IL REPORT

Innovazione, in Italia aumentano gli investimenti. Ma resta il gap con l’Europa

L’Assirm Innovation Index rileva un trend di crescita del 6,2% nel periodo 2010-2017 che però non basta a colmare il divario con gli altri Paesi: spingere su AI e Industria 4.0 per la svolta. Svezia, Uk e Germania sul podio

Pubblicato il 23 Mag 2018

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Il 2017 è stato un anno positivo per la dinamica d’innovazione del nostro Paese, con un andamento complessivamente migliore rispetto a quello degli anni precedenti: lo rivela la più recente edizione dell’Assirm Innovation Index (in breve AII), il primo indicatore Made in Italy ideato da Assirm, che misura la capacità di un Paese di promuovere e generare innovazione.

L’indice conferma per l’Italia un trend di crescita con un risultato di +0,9% negli ultimi tre mesi dell’anno, in linea con l’andamento positivo di tutto il 2017: +0,3% nel primo trimestre, +0,7% nel secondo, +1,2% del terzo, percentuale quest’ultima che eguaglia il vertice del primo trimestre 2010. L’indice AII risulta sempre positivo nel corso del 2017 e l’Italia sembra essersi lasciata alle spalle la crisi attraversata tra l’inizio del 2011 a la metà del 2013.

“L’andamento del 2017 conferma che è in atto un recupero in termini di capacità d’innovazione. L’indebolimento del quarto trimestre rispetto al terzo è un fenomeno che si è verificato quasi sempre negli ultimi anni e non intacca il trend positivo – spiega Maurizio Pessato, vicepresidente vicario di Assirm – Il divario tra la crescita dell’indice dell’Italia e degli altri paesi europei si sta attenuando e, anche se il trend di lungo periodo segnala che il nostro paese deve ancora accelerare per avvicinarsi a livelli di crescita analoghi a quelli di altri paesi europei, la vivacità degli ultimi anni è incoraggiante e gli investimenti innovativi nell‘industria manifatturiera, in settori competitivi come l’intelligenza artificiale, la trasformazione digitale e la sostenibilità energetica, sono un segnale nella giusta direzione”.

L’Indice AII, che permette confronti con 11 nazioni in Europa, assegna infatti all’Italia un indice sintetico di crescita pari a +6,2% sul trend 2010-2017, premiando uno slancio che non deve tuttavia far abbassare la guardia: il nostro Paese ha ancora terreno da recuperare.

In particolare, l’Italia ha perso una posizione a favore del Portogallo dopo aver già ceduto, nel 2014, il vantaggio competitivo sulla Spagna. Il podio resta saldamente occupato dalla Svezia (+19,2%), dalla Gran Bretagna (+17,5%) e dalla Germania (+16,5%), che si confermano ai primi posti in termini di dinamica d’innovazione per tutto il 2017; seguono Olanda (+14,9%), Repubblica Ceca (+14,9%), Austria (+13,7%), Francia (+10,6%), Spagna (+8,5%), Portogallo (+7,2%) e Italia (+6,2%); la Grecia, cumulando le prestazioni da inizio 2010 a fine 2017, ha ancora un trend in rosso (-9,6%).

Negli ultimi due anni il Portogallo ha messo a segno il miglioramento più significativo nella dinamica di innovazione tra i Paesi europei studiati. Nel trend 2016-2017 il Portogallo spicca con un balzo del 9,1% seguito da Olanda (+7,6%) e Svezia (+6,8%); la Spagna cresce nei due anni del 5,4%, la Germania del 4,9%, il Regno Unito del 4,4%, la Francia del 4,3% e l’Italia del 4,1%; chiude la classifica la Grecia a +3,0%.

“I trend di lungo periodo confermano la leadership nell’innovazione di Svezia, Gran Bretagna e Germania, ai vertici dell’indice da tre anni. Nel periodo recente sono invece il Portogallo e i Paesi Bassi a segnare performance superiori alla media – conclude Pessato – L’Italia resta indietro, ma ha le carte in regola per entrare nel 2018 con uno slancio positivo capace di avvicinarla agli altri Paesi europei”.

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