Vinti: “Tagliare i fondi alle Tlc gravissimo ostacolo allo sviluppo”

L’assessore della Regione Umbria all’attacco: “Il Governo ha scippato 750 milioni di euro al settore. Minata la crescita del digitale del nostro Paese”

Pubblicato il 18 Ott 2011

"È ormai cosa fatta. Il responso sulla destinazione dei
milioni di euro derivanti dall'asta per le licenze sulle
frequenze è stato diffuso. Non più solo timori, dobbiamo
purtroppo parlare di fatti ed i fatti ci dicono che il Governo ha
letteralmente scippato 750 milioni di euro al settore delle
telecomunicazioni che dovevano essere utilizzati per la crescita
'digitalè del nostro Paese": è la reazione
dell'assessore alle Politiche abitative della Regione Umbria
Stefano Vinti alla decisione del Governo di non riassegnare al
settore i fondi dell'asta per le frequenze televisive.

Lunedì scorso si è conclusa – è detto in una nota della Regione
– l'asta per la vendita delle frequenze rese libere dal
passaggio al digitale terrestre che ha fatto registrare un incasso
oltre ogni aspettativa: 3.9 miliardi di euro. Secondo il precedente
testo della legge di Stabilità, il 50% del surplus dell'asta,
circa 750 milioni, doveva andare alle telecomunicazioni, la gran
parte da investire sulla rete, sviluppo infrastrutture e
superamento del digital divide e, per una parte più modesta, come
indennizzo alle tv locali. Ed invece nella proposta di Legge di
stabilità che è andata in discussione al Consiglio dei ministri,
quei fondi – si ricorda ancora nella nota – hanno cambiato
totalmente destinazione, "riassegnati per il 50% al fondo per
l'ammortamento dei titoli di stato e per l'altro 50 ad
interventi urgenti ed indifferibili".

"Con l'approvazione del disegno di legge sulla Stabilità
possiamo dare l'arrivederci – sostiene Vinti – o forse più
opportunamente l'addio ad una minima possibilità di sviluppo.
Il Governo, insensibile alle potenzialità insite nella rete, ha
perso un'ulteriore occasione per investire in un settore
fondamentale, per mettersi al passo con il resto d'Europa.
Investire sul digitale può produrre importanti effetti economici.
Si tratta di una decisione miope che arrecherà grande danno al
Paese".

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