Un addio all’insegna di industria 4.0. Nel suo ultimo giorno da ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha pubblicato la graduatoria dei competence center. Al primo posto, con nove punti, c’è il centro “Manufacturing 4.0”, il cui capofila è il Politecnico di Torino partner industriali come FCA, General Motor, GE Avio, Thales Alenia). Il focus è su aerospazio, automotive e additive manufacturing.
Al secondo, sempre con nove punti, “Made in Italy 4.0”, guidato dal Politecnico di Milano e è focalizzato sulle tecnologie per la fabbrica 4.0. Al terzo, con otto punti, “BI-Rex”, guidato dall’Università di Bologna ma sostenuto anche dagli atenei di Modena, Reggio Emilia, Parma e Ferrara.
Al quarto posto (otto punti) “Artes 4.0”, centro guidato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che riunisce la Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, Università di Firenze, Università di Siena, e altri atenei. Al quinto posto, con sette punti, “Smact”, capeggiato dall’Università di Padova ma sostenuto da una rete di atenei del territorio (Verona, Venezia, Iuav, Trento, Bolzano, Udine, Trieste e altri) e con focus su agroalimentare, abbigliamento, arredamento e automazione. Al sesto, con 7 punti, “Industry 4.0”, centro guidato dall’Università “Federico II” di Napoli, e che è sostenuto da otto fra atenei campani e pugliesi, e dalle Regioni Campania e Puglia. Al settimo, con 6 punti “Start 4.0”, capitanato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, insieme a ABB. Leonardo, Ansaldo e altri. All’ottavo posto, con 6 punti, il centro “Cyber 4.0”, guidato dall’Università “La Sapienza” di Roma. Il focus è la cyber security.
Ora scatta ora la fase-due ovvero la negoziazione presso il ministero dello Sviluppo. Ogni “cordata” sarà convocata nelle prossime settimane per discutere i progetti, eventualmente migliorare le proposte. Poi, per ogni centro ammesso, sarà emanato il decreto di concessione che conterrà tra l’altro impegni, obiettivi, tempi e modalità di realizzazione dell’attività programmata, indicazione delle spese e dei costi ammissibili.
A disposizione ci sono 73 milioni: nei giorni scorsi il Mise ha aumentato le risorse per i centri che prima ammontavano a 40 milioni. Dei 33 milioni in più 20 milioni sono stati recuperati da fondi perenti del ministero mentre gli altri 13 arriveranno fondi Ue per il Mezzogiorno e dunque veranno dirottati negli hub del Sud.
Una quota fino al 65% dei fondi dovrà supportare la costituzione e l’avviamento dei centri, nella misura del 50% delle spese sostenute per un massimo di 7,5 milioni per singola struttura. Almeno il 35%, invece, andrà a finanziare i progetti di innovazione presentati dalle imprese, sempre in misura del 50% e fino a 200mila euro.
I centri di competenza dovranno svolgere attività di orientamento e formazione alle imprese nonché di supporto nell’attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione, da parte delle imprese fruitrici, in particolare delle Pmi, di nuovi prodotti, processi o servizi (o al loro miglioramento) tramite tecnologie avanzate in ambito Industria 4.0.