IL COMMENTO

Bassanini: “La Ue promuove il modello wholesale only, bene il nuovo Codice”

Il presidente di Open Fiber giudica positivamente l’accordo raggiunto sulla riforma delle Tlc: “Questa evoluzione normativa consente un più rapido cambiamento nella direzione della Gigabit society. Riconosciuta la validità dello schema OF. Ora il governo italiano recepisca presto le nuove regole”

Pubblicato il 06 Giu 2018

bassanini

Raggiunto a Bruxelles l’accordo del Trilogo sul Codice Europeo delle comunicazioni elettroniche. Gli investimenti in reti ad altissima capacità (insieme a concorrenza, Single Market e benefici per i consumatori) diventano prioritari. L’Unione europea li identifica come strategici per la crescita e la competitività dell’Europa, per l’ammodernamento del welfare, per la formazione e la ricerca. L’accordo disciplina i modelli di investimento che possano favorire lo sviluppo di reti in fibra ottica prevedendo una regolamentazione più favorevole per gli operatori wholesale only (come, in Italia, Open Fiber) rispetto agli operatori verticalmente integrati.

L’intesa è “molto importante anche per l’Italia”, ha detto il presidente di Open Fiber Franco Bassanini.L’accordo costituisce un importante passo in avanti nella modernizzazione del quadro normativo europeo delle Tlc – spiega – perché riconosce l’urgente necessità di investimenti infrastrutturali, con particolare attenzione alle reti tutte in fibra (Ftth- Fiber To The Home), le uniche che assicurano le prestazioni richieste dalla Gigabit Society dei prossimi anni in termini di velocità di accesso, affidabilità, latenza, bassi costi di manutenzione e di energia; le reti in fibra sono peraltro l’infrastruttura di base anche delle Tlc mobili, col nuovo standard 5G“.

Il nuovo codice – aggiunge Bassanini – disciplina per la prima volta il modello wholesale only creando le condizioni migliori per lo sviluppo di operatori infrastrutturali puri, che si dedicano allo sviluppo di reti a cui tutti gli operatori interessati possono accedere in forma paritaria e non discriminatoria. L’operatore wholesale only, privo di unità di business retail, può interamente dedicarsi allo sviluppo di una rete sempre più performante da offrire in particolare agli altri operatori Tlc che sono visti esclusivamente come clienti e non come concorrenti. Questa evoluzione normativa consente un più rapido cambiamento nella direzione della Gigabit society, creando le condizioni per una digitalizzazione più pervasiva e una maggiore competitività dell’economia”.

“La decisione delle istituzioni europee di accelerare lo sviluppo del wholesale only attraverso una regolamentazione favorevole rappresenta un’importante conferma a livello continentale della validità del modello di business scelto da Open Fiber – conclude Bassanini – Auspichiamo che il nuovo quadro venga recepito dal nuovo Governo in maniera prioritaria, per consentire all’Italia di essere all’avanguardia nella realizzazione di infrastrutture in fibra ottica e accelerare l’evoluzione digitale, al servizio delle famiglie e delle imprese”.

E la validità del modello Open Fiber è stata certificata anche dalla Corte dei Conti europea (Eca). In audit che fa il punto sulle reti italiane, l’Eca evidenzia che se ben attuato, il Piano banda ultralarga metterà il Paese in una buona posizione per raggiungere gli obiettivi” per il 2025 della Commissione per una banda ultraveloce dai 100Mbps sino a 1Gbps.

Promosso il modello degli investimenti diretti al fine di creare una rete ad accesso libero wholesale.  L’Italia dispone di “un contesto competitivo per la banda larga”, con un “quadro giuridico e concorrenziale adeguato”, si legge nell’audit. Da qui la raccomandazione che la Corte dei Conti fa alla Commissione Ue di spingere per il “modello OpenFiber” anche nel resto dell’Ue e “sostenere gli stati membri nell’incentivare la creazione di reti ad accesso libero wholesale nelle aree bianche e grigie, mediante lo sviluppo di un quadro giuridico, linee guida e orientamenti adeguati” in quanto, come emerso dall’audit in Italia, “questo tipo di rete dovrebbe agevolare un ambiente concorrenziale adeguato, inducendo l’offerta di servizi migliori agli utenti”.

 

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