PA digitale al centro del programma di governo. In occasione del discorso programmatico alla Camera, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha focalizzato l’attenzione sulla semplificazione burocratica. “Deburocratizzare vuole dire fare un censimento degli atti normativi, fornire un breviario con chiarezza del percorso che spetta ai cittadini nell’affrontare la pubblica amministrazione – ha detto Conte – Dobbiamo sviluppare le autocertificazioni ed eliminare quei passaggi che costringono chi vuol fare impresa personale, costi e risorse per queste cose. E vogliamo completare la digitalizzazione delle Pubblica amministrazione”.
La ministra per la PA, Giulia Bongiorno, si troverà a gestire dossier cruciali. A cominciare dalla spinosa questione della diffusione e penetrazione di Spid che, pur essendo utilizzato da oltre 2 milioni di cittadini utilizzatori e da 3.866 amministrazioni che offrono la possibilità di autenticarsi attraverso il sistema, ha subito una battuta d’arresto. Bongiorno dovrà trovare la quadra su come rilanciare l’identità digitale, anche tenuto conto che Spid sarà uno dei primi sistemi “transfrontalieri” e dunque riconosciuto dalle PA europee.
Altro progetto chiave da presidiare è Anpr: l’intenzione del commissario Piacentini è quella di portare sulla piattaforma nazionale la metà degli italiani dopo l’estate. Un obiettivo ambizioso che però rischia di rimanere tale anche perché l’incarico di Piacentini scade proprio in quel periodo. E qui si apre anche l’annosa questione delle nomine: oltre al commissario è in scadenza anche il dg di Agid, Antonio Samaritani, che finisce il suo mandato la prossima settimana. Si tratta dunque di capire se la nuova ministra ha intenzione di continuare sulla strada tracciata dai suoi predecessori, mantenendo a loro posto i due manager, oppure cancellare tutto e pensare a una nuova governance della PA digitale.
Il digitale ricopre dunque un posto importante nel governo giallo-verde. Ieri al Senato Conte aveva sottolineato l’importanza dell’accesso a internet, come diritto fondamentale. “La società del domani sarà sempre più caratterizzata da internet – ha detto Conte – Uno spazio pubblico infinito, che facilita la produzione e l’accesso alla conoscenza, crea opportunità di innovazione, riduce la distanza tra i cittadini e i luoghi della democrazia e aumenta la trasparenza dei processi decisionali. Siamo però consapevoli che la direzione verso cui questo progresso tecnologico si sviluppa non è neutra. Dobbiamo far sì che questa direzione di sviluppo sia pienamente compatibile con la tutela dei diritti fondamentali della persona e con le esigenze della collettività”.
Per Conte vanno “rafforzate alcune garanzie, giuridiche e istituzionali, in modo da consentire la definitiva affermazione della cittadinanza digitale”.
“L’accesso a internet va assicurato a tutti i cittadini in quanto diritto fondamentale e precondizione dell’effettivo esercizio dei diritti democratici, ai sensi del secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione – ha concluso – Occorre però assicurare un elevato livello di protezione dei dati personali, in quanto sussiste un circolo virtuoso tra tutela dei diritti, uso della rete, inclusione sociale e crescita economica”.