Dello sbarco dei colossi dello streaming nel settore della trasmissione live degli eventi sportivi si parla da tempo, ma finora si erano viste soltanto le avvisaglie di una situazione che potrebbe in futuro creare scompiglio su un mercato oggi monopolizzato da Pay Tv e operatori Tlc.
Ma qualcosa sta cambiando velocemente: Amazon ha appena acquisito per 90 milioni di sterline, pari a poco più di 102 milioni di euro, i diritti per la trasmissione in esclusiva di 20 partite della Premier League, il massimo campionato inglese, per tre stagioni a partire dal 2019. Rompendo di fatto un duopolio sui diritti Tv che si era abbastanza assestato e che vedeva in campo la pay tv satellitare Sky e BT, il principale operatore Tlc d’oltremanica.
Nello specifico Amazon, che in passato aveva già chiuso un accordo con la Bundsliga in Gemania, potrà trasmettere in streaming le 10 partite che si giocheranno durante una festività nazionale (“bank holiday”) e altre dieci che saranno giocate in turni infrasettimanali.
Bt dal canto suo ha acquisito i diritti per i due rimanenti pacchetti infrasettimanali, impegnandosi a pagare 90 milioni di sterline per ognuna delle tre stagioni. Tirando le somme, i diritti televisivi a partire dal 2019 saranno così divisi tra tre player: Amazon con i suoi 20 match a stagione in esclusiva, Bt che ne trasmetterà 52 e Sky con 128, grazie al primo lotto di pacchetti già assegnati all’asta a febbraio.
In Premier League questa è la prima volta che vengono venduti i diritti in esclusiva per lo streaming, in una strategia che vuole innalzare il livello di concorrenza e quindi gli introiti per i diritti TV. Il risultato economico sarebbe comunque, per il momento, inferiore a quelle che la Premier league si sarebbe aspettata dalla commercializzazione dei diritti per lo streaming, e questo, sottolinea il Guardian, potrebbe essere dovuto al fatto che gli offerenti stiano ancora facendo i conti sulle possibili revenues.
Per Amazon i diritti appena acquisiti possono in ogni caso significare un ulteriore rafforzamento della propria presenza nel Regno Unito, dopo l’investimento che in parile ha portato l’azienda fondata da Jeff Bezos ad aggiudicarsi i diritti in esclusiva per l’UK degli Us Open, mentre un accordo con Eurosport consente di vedere tramite la piattaforma agli abbonati che pagano 89 euro l’anno anche altri due tornei di tennis del circuito del grande slam, gli Australian open e il Roland Garros. La piattaforma trasmette inoltre nel regno unito i match dell’Atp world tour, mentre recentemente è stato chiuso l’accordo per la trasmissione in Europa dei match della National football league statunitense, questa volta non in esclusiva, per un investimento da 130 milioni di dollari.
Ce n’è abbastanza per proiettare quanto accaduto nel Regno Unito su altri mercati “pregiati” per il calcio, tra i quali l’Italia, dove proprio in queste ore si sta decidendo l’assegnazione dei diritti Tv della Serie A per il triennio 2018-2021, dopo un’asta deserta e una successiva revoca dell’assegnazione dei diritti alla società spagnola Mediapro. Un contesto in cui lo sbarco dei giganti dello streaming, magari alla prossima tornata, potrebbe portare nuova vitalità, consentire una strutturazione diversa delle aste e dare una spinta alla concorrenza e quindi agli introiti per i club. A patto che il mercato nazionale risulti “maturo” e quindi interessante dal punto di vista economico per Amazon & Co.