Foxconn ha aperto un’indagine per verificare le condizioni di lavoro degli operai di una sua fabbrica in Cina che produce dispositivi per Amazon.com: la decisione del più grande contractor dell’industria dell’elettronica, che assembla anche gli iPhone, arriva dopo la denuncia di un’associazione statunitense, China Labor Watch, che ha attaccato le dure condizioni di lavoro nella fabbrica di Foxconn nella provincia di Hunan.
China Labor Watch, che ha sede a New York, ha redatto uno studio di 94 pagine, riporta Reuters, frutto di un’inchiesta durata nove mesi, e ha citato turni insostenibili, salari bassissimi, assenza di adeguata formazione, ricorso sistematico a lavoratori interinali in piena violazione delle leggi sul lavoro cinesi. Lo stabilimento produttivo al centro della denuncia è lo Hengyang Foxconn dove si producono gli altoparlanti Echo e i lettori di e-book Kindle.
“Se l’esito della nostra inchiesta dimostrerà che le accuse sono fondate, agiremo immediatamente per allineare le condizioni di lavoro al nostro Codice di condotta“, ha dichiarato in una nota Foxconn Technology Group.
Foxconn (formalmente Hon Hai Precision Industry, sede centrale a Taiwan), impiega più di un milione di persone su scala globale. Nel 2010 il gruppo fu al centro di uno scandalo ancora più grave, accusato di imporre condizioni estenuanti nelle sue fabbriche che avevano portato a una serie di suicidi tra gli operai. La Foxconn si è impegnata da allora a offrire maggiori garanzie ai dipendenti.
China Labor Watch ha riferito che dalla sua indagine si evidenzia che circa il 40% dei lavoratori dello stabilimento Hengyang Foxconn è rappresentato da interinali, mentre per la legge cinese la quota della manodopera temporanea non può superare il 10%. Il vantaggio di questi lavoratori è che per gli straordinari percepiscono la stessa paga del regolare orario di lavoro (14,5 yuan o 2,26 dollari l’ora), mentre per i dipendenti lo straordinario vale una volta e mezzo il compenso usuale. China Labor Watch sostiene anche che i lavoratori dello stabilimento di Foxconn hanno dovuto fare più di 100 ore di straordinario al mese nei periodi di picco, mentre la legge consente un massimo di 36 ore di straordiario al mese. Alcuni hanno lavorato per 14 giorni consecutivi.
Amazon ha dichiarato di aver condotto un controllo sulla fabbrica di Foxconn a marzo e di aver segnalato queste problematiche: “Abbiamo subito chiesto un’azione correttiva da parte di Foxconn e ora vigileremo perché vi sia una risposta adeguata”.
Proprio nei giorni scorsi in Italia Amazon è finita sotto i riflettori per l’eccessivo ricorso alla manodopera interinale: il colosso del commercio elettronico ha sforato le quote per l’utilizzo di “lavoratori somministrati’‘ e ora, secondo quanto notificato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, 1.300 interinali potranno chiedere la stabilizzazione del loro contratto ed essere assunti. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha avviato un accertamento nei confronti della società Amazon Italia Logistica; nessun rilievo invece dalle verifiche fatte sui braccialetti per i controlli a distanza dei lavoratori nei magazzini.