Il Movimento 5 Stelle si tiene la delega alle Comunicazioni. Ma non nominando un suo parlamentate o un esperto di “area” ma lasciandola nelle mani del ministro allo Sviluppo economico. L’annuncio è arrivato dallo stesso Luigi Di Maio in un post su Facebook, nel quale commentava l’accordo raggiunto tra Tim e i sindacati sugli esuberi.
“Abbiamo chiuso poco fa l’accordo sulla trattativa Tim che sarebbe scaduto questa notte, lasciando in cassa integrazione circa 30 mila lavoratori e senza dare loro risposte concrete. La trattativa è stata portata avanti dai sindacati che hanno poi coinvolto il Ministero del Lavoro – scrive Di Maio – Questa crisi aziendale ci fa capire perché è importante che Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico lavorino all’unisono. Così come è importante le delega alle telecomunicazioni, che ho deciso di tenere”.
Stando a quanto risulta a CorCom il passo indietro della Lega, che spingeva per dare la delega ad Armando Siri, è legato ai fatti degli ultimi giorni che hanno visto protagonista la nave Aquarius: Salvini avrebbe gradito l’endorsement di Di Maio sulla chiusura dei porti nonostante i mal di pancia interni al Movimento 5 Stelle. Molti pentastellati non hanno gradito la mossa del ministro degli Interni ma sono stati “bloccati” da Di Maio, impegnato ad evitare fratture interne alla neonata maggioranza, per di più su temi così delicati come l’immigrazione.
Ma il ministro dello Sviluppo e del Lavoro non si sarebbe accontentato della delega alle Comunicazioni e – secondo indiscrezioni – starebbe puntando ad avere la delega sull’innovazione digitale e quindi a far arrivare sotto il cappello del Mise anche il dossier Agenda Digitale.
In questo modo si chiuderebbe il cerchio della strategia dei 5 Stelle che si troverebbero a gestire il Piano banda ultralarga, l’Agenda digitale e il Piano Industria 4.0 ovvero i tre pilastri della “smart nation” uno dei punti chiave del programma elettorale pentastellato. Programma che prevedeva una governance digitale centralizzata con un’unica cabina di regia per superare la frammentazione dovuta alla distribuzione di ruoli su vari livelli della pubblica amministrazione che, secondo l’M5S, è responsabile di “un peggioramento della catena di comando e dell’organizzazione”.
Cabina di regia che a questo punto farà capo al Mise nel caso in cui di Di Maio riesca ad accaparrarsi anche la delega all’Agenda digitale.