IL CASO

Golden Power, Retelit non ci sta e impugna il provvedimento

Il Cda riunitosi oggi ha deliberato di dare mandato ai propri legali di impugnare nelle competenti sedi giurisdizionali il ricorso del governo ai poteri speciali. Ma l’azienda ribadisce: “Non ci saranno impatti su costi e investimenti né sul piano industriale”

Pubblicato il 13 Giu 2018

Federico-Protto-CEO-Retelit-23

Ha deciso di passare alle vie legali Retelit. La decisione del governo, lo scorso 7 giugno, di esercitare il golden power in merito alla mancata notifica sui nuovi assetti di governance emersi nell’assemblea di aprile – di fatto un caso bis Vivendi-Tim – secondo l’azienda capitanata da Federico Protto non avrebbe ragione di sussistere. Così ha deliberato il cda riunitosi oggi che ha deciso di dare mandato ai propri legali “di impugnare nelle competenti sedi giurisdizionali il provvedimento dello scorso 7 giugno 2018 con il quale la Presidenza del Consiglio dei Ministri – a seguito della notifica effettuata in via meramente prudenziale e cautelativa dalla Società successivamente all’assemblea ordinaria degli azionisti tenutasi 27 aprile – ha esercitato i poteri speciali previsti dall’articolo 2 del c.d. Decreto Golden Power”, si legge sulla nota dell’azienda emessa a seguito del consiglio.

“La Società conferma, inoltre – si legge ancora nella nota – quanto già reso noto al mercato con il proprio comunicato dell’8 giugno e cioè che l’adozione del provvedimento non comporta in ogni caso per il Gruppo Retelit costi o investimenti sulla rete ulteriori rispetto a quelli già programmati nell’esercizio della propria attività, né mutamenti o restrizioni della strategia operativa e commerciale delineata nel piano industriale del Gruppo.

In dettaglio lo scorso 7 giugno il consiglio dei ministri ha deliberato l’esercizio del golden powermediante l’imposizione di prescrizioni e condizioni volte a salvaguardare le attività strategiche della società nel settore delle comunicazioni”. E nella nota di governo si fa riferimento specifico alla modifica della governance della società Reti Telematiche Italiane s.p.a – alias Retelit – derivante dall’assemblea degli azionisti del 27 aprile 2018 durante la quale i tre investitori Bousreval, Axion e Svm (Shareholder Value Management AG) avevano presentato una lista di maggioranza per il rinnovo del Cda contrapposta a quella di minoranza presentata da Fiber 4.0, la società che fa capo al finanziere Raffaele Mincione, azionista di minoranza di Retelit con l’8,975%.

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