#TELCO4ITALY18

Security by design per garantire le nuove reti

Servono killer app ma anche sicurezza, nuovi modelli di business e valutazione di asset e rischi. Somma (Tim), Monticelli (Fortinet) e Santini (P4I) a confronto nella tavola rotonda di Telco per l’Italia sulle nuove sfide del 5G

Pubblicato il 14 Giu 2018

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Le nuove sfide del 5G, sperimentazioni in corso, nuovi servizi e sicurezza: questi i temi al centro della tavola rotonda pomeridiana di Telco per l’Italia, il summit delle Tlc di CorCom e Digital360 Group che si è svolto oggi a Roma. A confrontarsi Filippo Monticelli, Sr. Regional Director Italy & Malta, Fortinet; Manuela Santini, Information & Cyber Security Advisor, P4I-Partners4Innovation; e Attilio Somma, Responsabile Innovation, TIM, moderati da Mila Fiordalisi, condirettore di CorCom, che ha chiesto quali potranno essere i primi servizi lanciati nella fase pre-5G.

Internet of Things, smart logistica e manufacturing, cloud, virtualizzazione e automazione, impiego di reti Lte e 4.5G saranno “un primo banco di prova importante per passare al 5G”, ha sottolineato Somma di Tim, “ma, mentre nelle tecnologie ci sono importanti elementi di continuità, è sui modelli commerciali e di business che il 5G dimostrerà la sua portata innovativa, raggiungendo verticali prima non toccati, dalla PA alle piccole imprese”. Tim ha numerose sperimentazioni in corso in Italia basate sulla collaborazione con enti locali e imprese: “Stiamo valutando svariati scenari applicativi, dalle smart city alle infrastrutture all’agricoltura 4.0, per un totale di 70 use cases”, ha indicato Somma. “In tutti i casi l’elemento cybersicurezza è chiave: il moltiplicarsi dei dispositivi connessi significa che si moltiplicano i potenziali punti di accesso alle minacce. Tim ha un approccio di mercato: dialoghiamo col cliente, individuando le tecnologie che servono in ogni singolo caso”.

Insomma, se spesso si insiste sulla necessità di lanciare applicazioni e servizi per il 5G, l’elemento sicurezza è altrettanto importante: “Per la banda ultralarga e il 5G servono ovviamente le killer app, ma insieme alla sicurezza end-to-end“, ha sottolineato Monticelli di Fortinet. Il 5G è anche legato alla formazione e allo sviluppo di un “intero ecosistema capace di generare servizi e contenuti che possa beneficiare della superiore disponibilità e pervasività garantita dal 5G. Ma la grande densità di device connessi in questo contesto ha importanti implicazioni di security, il cybercrime si espanderà in maniera veloce”, ha ammonito Monticelli. Per questo il tema della sicurzza “dovrà essere affrontato in modo nuovo, fondandosi sul concetto di security by design, integrata fin dall’origine nello sviluppo di piattaforme e soluzioni, cosa che oggi non viene fatto”.

“Il 5G è giustamente salutato come elemento abilitante di servizi innovativi ma questo comporta un innalzamento del livello di attenzione sulla sicurezza”, ha osservato Manuela Santini di Partners4Innovation. “Gli attacchi mireranno a prendere di mira i dati, sia dei consumatori che delle imprese: privacy e proprietà intellettuale sono sempre più appetibili”. In questa fase iniziale le organizzazioni devono giocare di anticipo e valutare quali asset hanno e analizzare il rischio per capire gli scenari di attacco e definire le strategie adeguate. “A livello europeo la 5G Public-private partnership si occupa anche dei temi della sicurezza, ma è essenziale la collaborazione tra le parti e la condivisione delle informazioni per far fronte alle minacce e trovare soluzioni”. Ora la normativa deve puntare su standard, armonizzazione e sicurezza di reti e informazioni in modo da non mettere in difficoltà ma aiutare gli operatori per i quali “La sicurezza, non il business, deve essere il primo focus”.

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