Il business italiano di Zte rischia di subire un duro contraccolpo dalle restrizioni americane. E nonostante l’amministrazione Trump abbia “ammorbidito” la linea negli ultimi giorni, le conseguenze per la compagnia cinese si faranno sentire inevitabilmente pesanti.
Stando a indiscrezioni di stampa Wind Tre, la compagnia di “riferimento” per Zte – quest’ultima a fine 2016 si è aggiudicata la maxi commessa da 1 miliardo – starebbe per trasferire ad Ericsson alcune delle attività di rete per scongiurare eventuali impasse derivanti, a catena, dall’impatto del caso Usa. Non ci sono conferme al momento né da parte di Ericsson né tantomeno di Wind Tre. Quel che si apprende è che la compagnia svedese – a cui Wind Tre ha aggiudicato ad aprile scorso la Core Network – sarebbe in pole position su Huawei e Nokia, le altre due compagnie interpellate per gestire il piano B (ossia per fare fronte a eventuali difficoltà sul fronte Zte).
Il passaggio di consegne però non sarebbe così scontato: si starebbero infatti facendo le inevitabili verifiche sulle conseguenze delle misure americane per valutare se e in quale misura trasferire ad un altro network operator le attività “a rischio”. Che Wind Tre stia lavorando a un piano B è cosa nota da diverse settimane, ma ciò non implica necessariamente che si ci sia una svolta alle porte. Da non sottovalutare inoltre la nuova compagine azionaria della società di Tlc al 100% nelle mani di Ck Kutchison a seguito dell’uscita di scena dei russi di Veon (ex Vimpelcom).
Intanto oltreoceano le autorità Usa hanno concesso a Zte il permesso – fino al prossimo 1° agosto – di riavviare alcune attività d’affari con le compagnie americane, a seguito dell’accordo transattivo che prevede il pagamento di una multa di oltre un miliardo di dollari, il cambio degli executive e l’ingresso di funzionari Usa per vigilare sul rispetto dell’intesa raggiunta.