“La partita non finisce qui, sono successe cose gravissime. Gli europarlamentari sono stati sottoposti a una pressione fortissima, violentissima: a difesa degli interessi dei giganti del Web è scattata una campagna molto dura, diffusa, con toni e gesti inaccettabili, ci sono state perfino le minacce di morte denunciate dal gruppo socialista”. Lo denuncia, in un’intervista al Messaggero, il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani dopo che il Parlamento di Strasburgo ha rinviato l’esame della proposta per il negoziato con il Consiglio sulla riforma delle regole del diritto d’autore.
“Abbiamo visto e sentito cose mai viste e sentite – dice Tajani – i deputati sono stati letteralmente bombardati da una propaganda asfissiante, continua, a base di falsificazioni. Sono andati in tilt i telefoni personali, i telefoni degli uffici, le email, compresi il mio cellulare e la mia posta elettronica. Centinaia e centinaia di telefonate, da venerdì in poi è stato un crescendo. Sotto tiro anche i figli di parlamentari. Fino ad arrivare a quanto ha dichiarato il gruppo socialista: minacce di morte ad alcuni eurodeputati”. “Ho dato mandato al direttore generale della sicurezza – fa quindi sapere – di svolgere un’inchiesta: se emergeranno violazioni penali passerò tutto all’ autorità giudiziaria. Si è trattato di un gioco tremendo fatto di minacce insulti, di processi sommari al telefono. Si è prolungato il gioco alla moda in rete, che diventa sempre più spesso luogo di scontro, di insulti, dove c’ è gente che si nasconde e organizza attacchi contro chi la pensa diversamente. Non ho dubbi: è un attentato alla democrazia”.
“La democrazia digitale è un’utopia e i grillini, con la piattaforma Rousseau, lo hanno ampiamente dimostrato. Proprio Di Maio & Co., invece di schierarsi a difesa della creatività e del diritto d’autore che rappresenta il 4,5 per cento del pil europeo e dà lavoro a 12 milioni di cittadini europei, hanno preferito difendere le multinazionali del web”. Lo afferma Deborah Bergamini, deputato di Forza Italia.
“In Italia – prosegue – significa ignorare un milione di lavoratori impegnati in questo settore che continueranno a subire il giogo dei monopoli della rete. Il rinvio della riforma Ue sul Copyright ha segnato una pesante sconfitta nella battaglia culturale per la tutela del diritto d’autore, un duro colpo per artisti, giornalisti, cantanti i cui diritti sono stati calpestati dalla pressione delle lobby del web, giustamente denunciata oggi dal Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. La rivoluzione digitale ha portato vantaggi incalcolabili a tutti noi, ma sappiamo che in cambio paghiamo un prezzo altissimo mettendo la nostra identità e i nostri dati privati a disposizione di terzi, in modo tutt’altro che trasparente. Per questo motivo, – conclude Bergamini – rinnovo alle forze di maggioranza la mia proposta di istituire una Commissione d’inchiesta sui Big Data che vada nella direzione di garantire un web più giusto e sostenibile con regole che però valgano per tutti invece di danneggiare le imprese italiane favorendo gli interessi dei più forti”.
“Contrariamente a quanto riportato dai media”, il voto all’Europarlamento sulla direttiva sui diritti d’autore nel mercato digitale giovedì “non e’ stato un rigetto della proposta della Commissione”, ha detto una portavoce dell’esecutivo comunitario, Nathalie Vandystadt. “Il Parlamento ha bisogno di piu’ tempo per formulare la propria posizione”, ha spiegato la portavoce. Secondo la Commissione, la proposta presentata nel 2016 sul copyright “e’ equilibrata”.