Per la nuova realtà nata dal merger tra Exprivia e Italtel – ora per l’81% in mano al gruppo guidato da Domenico Favuzzi, col restante 19% delle azioni nel portafoglio di Cisco – integrazione dell’offerta e internazionalizzazione vanno di pari passo. È proprio facendo leva sulle basi commerciali che Italtel ha sviluppato negli anni in una ventina di mercati a cavallo di Europa, Sud America e Asia che il system integrator intende rafforzare la propria posizione rispetto ai verticali più impattati dalla digital transformation: Manufacturing, Energy, Finance & Insurance, Telco & Media, Smart Citizen, Aerospace & Defence, Healthcare. “Con il 5G e con l’esplosione dell’IoT – che necessiterà di nuovi modelli di Cloud distribuito e centri di elaborazione dati vicino alle sorgenti – applicazioni, piattaforme e reti saranno sempre più convergenti, a prescindere dal settore e dal business in cui sono attive le imprese”, ha detto Stefano Pileri, Ceo di Italtel, durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi a Milano per presentare il piano industriale 2018-2023.
L’obiettivo è raggiungere entro il quinquennio 760 milioni di euro di fatturato, con una crescita media, anno su anno, del 3,8% rispetto al dato aggregato che le due società hanno registrato nel 2017 (591,4 milioni di ricavi, Ebitda 36,3 milioni), arrivando a generare un Ebitda da 76 milioni (+13%), con un debito netto di 119 milioni di euro (attualmente è pari a 226 milioni). Le attività internazionali dovrebbero pesare per il 40% del giro d’affari, contro il 28% attuale (messo in moto principalmente da Italtel). Propulsori della crescita saranno Germania e Spagna in Europa e soprattutto Brasile in America latina, dove le performance in altri Paesi sono più difficilmente predicibili.
“Ci confortano le analisi di Gartner che, prendendo in considerazione i mercati Emea e Latam, segnala la crescita di attività per noi sempre più strategiche, come la consulenza in ambito Ict e l’IT outsourcing, mentre diventano meno rilevanti il custom software e il supporto hardware. È l’effetto della diffusione del Cloud”, ha spiegato Domenico Favuzzi, che ha poi esplicitato il modo in cui Exprivia e Italtel intendono affrontare i nuovi scenari. “Innanzitutto accrescendo le digital factories all’interno delle quali sviluppiamo le soluzioni che portiamo al mercato. Attualmente sono nove centri, concentrati nella Penisola. L’obiettivo è creare hub anche in America latina e nel resto d’Europa per servire i clienti internazionali, aggregando competenze, offerte processi, strutture, strumenti e risorse umane”.
A proposito di risorse, Favuzzi ha aggiunto che per sostenere il carico di lavoro previsto servirà un migliaio di nuovi collaboratori (al momento sono circa 3.400 gli impiegati nelle due realtà, con mille ricercatori attivi tra Palermo, Milano e Molfetta, e 400 persone attive all’estero) e occorrerà integrare il top management con competenze esterne.
L’open innovation è e rimarrà un tema fondamentale, presupponendo il confronto continuo con università – specialmente i Politecnici italiani – e startup, mentre “quello delle acquisizioni è un tema sempre aperto, anche se ora il focus è più verso l’interno, con l’obiettivo di valorizzare quanto è stato introiettato”. Favuzzi fa naturalmente riferimento a Italtel, ma non solo: tra gli ultimi acquisti del gruppo c’è anche ACS, società romana specializzata in soluzioni per il settore Aerospace & Defense, una delle sette colonne portanti della proposizione di Exprivia.
Rispetto agli altri verticali, Pileri ha precisato che Exprivia-Italtel parteciperà a 13 gare strategiche in ambito PA, in sintonia con Consip e Agid e che sul fronte delle assicurazioni il gruppo non solo è interessato a sostenere la crescita di servizi evoluti basati sugli oggetti connessi, ma anche a sviluppare offerte innovative, che riguarderanno per esempio la creazione di polizze legate ai rischi informatici.
Grande spinta anche su Smart Manufacturing, Smart Grid e Healthcare, sempre con la logica dell’integrazione totale, anche con l’aiuto di partner come Sap e Cisco, che completano il posizionamento end-to-end di Exprivia-Italtel sulle estremità dei gestionali e dell’infrastruttura di rete.
La roadmap dunque è chiara, anche se rimane ancora un nodo da sciogliere: nascerà un brand unico per rappresentare la nuova realtà? “Ci stiamo pensando”, ha ammesso Pileri, “anche se non è affatto semplice sintetizzare con un solo nome le anime e le storie di due imprese come queste”.