Stretta su Facebook & co. in Egitto. Il parlamento ha approvato una legge che rafforza il monitoraggio del web e dei social media: i possessori di un sito internet, di un blog o di un profilo social – come Facebook, Twitter o Instagram – che superi i 5mila follower potranno essere posti sotto il controllo diretto del Consiglio supremo per la regolazione dei media. Quest’ultimo ha ottenuto il mandato di sospendere o bloccare l’account nel caso in cui l’autore “pubblichi o diffonda fake news o qualsiasi altro messaggio che inciti alla violenza, all’odio oppure a violare la legge”.
Il testo, che per entrare in vigore attende la firma del presidente Abdel Fattah Al-Sisi, ha messo in allarme i difensori dei diritti umani e della libertà di informazione, che temono che la misura serva in realtà a impedire ogni forma di dissenso contro il governo. Secondo molti analisti, la rapida diffusione di internet tra i giovani egiziani sarebbe stata tra le cause della caduta del regime di Hosni Moubarak nel 2011, e più generale avrebbe consentito la rapida diffusione delle proteste delle “primavere arabe” in vari Paesi della regione. Il web avrebbe infatti permesso ai manifestanti di organizzarsi in modo più rapido ed efficace.