Bisogna lavorare per “evitare che la libertà del web sconfini nell’arbitrio”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo alla celebrazione per il ventesimo anniversario dell’istituzione del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, torna sulla necessità di “governare” il web.
“Dobbiamo lavorare tutti per realizzare un circuito virtuoso tra la tutela dei diritti e l’uso della rete, con una politica di governo mirata”, ha detto. Per Conte non è pensabile dividere lo spazio reale da quello virtuale. “Su Internet si è creato un errore, un equivoco e cioè che lo spazio virtuale sia uno spazio sospeso da regole giuridiche. È un fraintendimento, non è possibile pensare che Internet debba rimanere uno spazio che nessun ordine giuridico possa violare”.
Già nel suo discorso programmatico al Senato, il 5 giugno, il premier aveva indicato la necessità di rafforzare “alcune garanzie giuridiche e istituzionali”, per rendere lo sviluppo di Internet compatibile con la tutela dei diritti della persona e con le esigenze della collettività.
Ora Conte lo ribadisce: l’autoregolamentazione non basta. “Governare Internet non significa espropriazione degli operatori o controllo”, precisa. Però “non c’è la chiave dell’autoregolamentazione, anche perché Internet è luogo di conflitti. E i conflitti debbono essere governati, con equilibrio e attenzione perché Internet è anche un luogo di reati, di sopraffazione ed è quindi necessario intervenire per dare garanzie giuridiche e istituzionali”.