Le Tlc motore della trasformazione digitale dell’Italia. Il 6° Forum Nazionale tra Asstel e le organizzazioni sindacali Slc, Fistel, Uilcom ha preso spunto dal Rapporto Asstel 2018, elaborato dagli “Osservatori Digital Innovation” della School of Management del Politecnico di Milano: la ricerca descrive il 2017 come un anno segnato da una vivace dinamica competitiva, da importanti progressi nella realizzazione di nuove reti di Tlc fisse e mobili a banda ultralarga e da una vera e propria impennata della domanda dei servizi di trasmissione dati.
“Il Forum si conferma un appuntamento di fondamentale importanza, non solo per valutare attentamente e con oggettività i dati dello sviluppo delle Tlc, ma per confermare un modello di dialogo costruttivo tra Asstel e i sindacati e contribuire alla crescente diffusione della cultura di settore – dicono il presidente di Asstel Pietro Guindani e i rispettivi segretari Generali Fabrizio Solari, Vito Vitale, Salvo Ugliarolo – E il sistema di relazioni industriali ha assunto un ruolo centrale nell’indirizzare e supportare i processi settoriali e aziendali verso condizioni di competitività e produttività, tali da sostenere lo sviluppo della Filiera e cogliere le opportunità che la trasformazione digitale offre nello sviluppo di nuovi modelli di business”.
Secondo il report, grazie ad una forte accelerazione degli investimenti degli operatori, nel 2017 il settore Tlc si è confermato motore della trasformazione digitale dell’economia e della società italiana; lo testimoniano chiaramente i dati del Rapporto: nel 2017 gli investimenti degli operatori Tlc sono cresciuti del 10%, per un ammontare di 7,2 mld di euro, che salgono al 35% se si tiene conto anche degli investimenti per le frequenze (pari a 1,8 mld).
In termini di copertura, a metà del 2017 le reti Tlc fisse con velocità >30 Mbps hanno raggiunto l’87% delle abitazioni, con un balzo in avanti nel giro degli ultimi due anni di ben 45,8 punti percentuali, superando sia l’obiettivo del Governo, che prevedeva una copertura del 75% per il 2018, che la stessa media Ue, attestata all’80%. Considerando la tecnologia Ftth (non quella via cavo, assente in Italia), per le reti fisse con velocità >100 Mbps, la copertura è giunta al 21,7% delle abitazioni, contro una media Ue del 26,8%, mentre la penetrazione della banda larga fissa superiore ai 100 Mbps è passata dall’1,1% delle abitazioni a metà 2016, rispetto al 4,8% a metà 2017 (inferiore alla media Ue pari al 15,4%).
Sul fronte della rete mobile, la copertura con tecnologia Lte (4G) ha raggiunto nel primo trimestre 2018 il 98% della popolazione, traguardo che colloca l’Italia tra i primi paesi nella Ue, davanti a Francia (97%) e Germania (95%) e subito dopo Inghilterra (99%) e Spagna (100%). Ed è stato anche dato l’avvio, nel 2017, alla sperimentazione del 5G in 7 città (Bari, L’Aquila, Matera, Milano, Prato, Torino, Roma).
La diffusione dell’infrastruttura di Tlc a banda ultralarga ha generato incrementi a doppia cifra dei volumi di traffico dati, +36% per il fisso, +52% per il mobile. E’ questa la novità più significativa emersa nel 2017. A dicembre del 2017 le sottoscrizioni a banda larga fissa >30 Mbps sono cresciute del 93%, raggiungendo 4,52 milioni di linee (il 27,3% del totale, contro il 15% alla fine del 2016), con una crescita della penetrazione delle abitazioni che passa dal 7% di luglio 2016 al 12% di luglio 2017 (media UE 33%). Nel mobile, nel primo trimestre 2018, l’incremento annuo delle connessioni 4G è stato di 15 punti percentuali, superiore a tutti gli altri Paesi UE, raggiungendo così il 53% delle connessioni mobili totali.
La forte crescita degli investimenti degli operatori Tlc ha avuto impatti importanti anche sulla filiera. Grazie alla maggiore spesa di consumatori e imprese (+2%), sono tornati a crescere dopo 10 anni i ricavi lordi da rete fissa (+3%)e dei Contact Center in outsourcing (+3%), mentre i ricavi della rete mobile hanno subito un rallentamento (-2%), a causa di dinamiche concorrenziali che hanno impresso un ulteriore riduzione della spesa dei clienti, nonostante il massiccio aumento dei volumi di traffico ed il calo dei ricavi da roaming.
“In questo quadro – evidenzia Guidani – dobbiamo cogliere gli aspetti più innovativi dell’Accordo di Programma, firmato tra Asstel e sindacati il 23 novembre 2017 e dell’Accordo interconfederale del 9 marzo 2018, sottoscritto da Confindustria, Cgi, Cisl e Uil. In particolare, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro si conferma come strumento di regolazione dei trattamenti comuni a tutti lavoratori e la contrattazione di II livello quale elemento capace di favorire, nell’ambito di contesti organizzativi diversificati, il miglioramento dei livelli di efficienza e di produttività in favore di imprese e lavoratori. Oggi le sfide che le imprese e i lavoratori della Filiera devono affrontare riguardano i temi dell’innovazione e dello sviluppo di nuove competenze. E’ la rivoluzione tecnologica in atto a esigere insieme investimenti elevati e miglioramenti nella produttività, al fine di mantenere la competitività di un mercato interno che deve confrontarsi con una crescente internazionalizzazione degli investimenti”.
Per Guidani è “fondamentale, per cogliere le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, investire nella formazione dei dipendenti, indispensabile alla luce dell’evoluzione degli occupati, di cui la quota con un’età media superiore ai 55 anni è aumentata nell’ultimo quadriennio dal 6% al 12% e la percentuale di occupati con un’anzianità superiore ai 10 anni è salita dal 60% al 70%.”
“Le imprese della filiera – conclude il manager – sono al centro di un processo di profonda trasformazione che avrà impatto anche sulla forza lavoro. L’evoluzione tecnologica richiede lo sviluppo di nuove competenze professionali e la diffusione in tutte le funzioni di una robusta cultura digitale. Questo sforzo di cambiamento necessita di investimenti rilevanti nella formazione da parte delle imprese. Bisogna, inoltre, gestire i profili professionali a rischio di obsolescenza, mettendo in campo strumenti e iniziative per l’aggiornamento ed il cambio di cultura, anche attraverso la promozione di nuovi paradigmi comportamentali di collaborazione dinamica trasversale e adattamento continuo alla velocità del cambiamento. Per raggiungere questi obiettivi serve la disponibilità di tutti i soggetti coinvolti. La sfida comune, non più procrastinabile, è trasformare le modalità di sviluppo futuro del settore”.
I sindacati pongono l’accento sui cambiamento disruptive che innteresanno il settore. “La filiera sarà attraversata nel prossimo futuro da inevitabili processi di cambiamento – ricordano i segretari Generali Fabrizio Solari (Slc), Vito Vitale (Fistel), Salvo Ugliarolo (Uilcom) – ponendo omprese e lavoratori davanti a nuove sfide rispetto alle quali servirà andare oltre ai tradizionali schemi di confronto, per individuare gli strumenti più idonei a governare positivamente il processo di cambiamento e favorire uno sviluppo virtuoso di tutta la Filiera. È necessaria la costituzione e l’implementazione di modelli di formazione continua coerenti con i processi di trasformazione digitale e di evoluzione delle professionalità per affrontare i bisogni di aggiornamento delle competenze richieste dall’innovazione tecnologica. Parallelamente, si deve procedere alla costituzione di idonee strumentazioni che, alla luce della evidente inadeguatezza degli attuali ammortizzatori sociali, possano accompagnare utilmente i processi di riorganizzazione connessi alla trasformazione stessa. Diventa, quindi, una priorità la costituzione di un “Fondo di Solidarietà”, strumento che può consentire di passare da una logica solo difensiva ad una espansiva per affrontare i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro”.
“Ci aspettiamo inoltre – aggiungono – una costante attenzione delle imprese all’occupazione, a partire dalla qualità del lavoro offerto ai giovani e un impegno a ricercare le condizioni per una crescita complessiva per i lavoratori anche sotto il versante economico. Entrambe le condizioni sono indispensabili per vincere la sfida dell’innovazione e, in un contesto di miglioramento della produttività di settore, innalzare la qualità dei prodotti e dei servizi resi. Auspichiamo, infine, che con il prossimo rinnovo del Ccnl delle Tlc il Forum possa fare quel salto di qualità indispensabile e che consenta di essere la “cabina di regia” e un efficace strumento contrattuale per il settore Tlc”.