GIG ECONOMY

Riders, non si scioglie il nodo del contratto. Governo non esclude un decreto ad hoc

Proseguono i colloqui tra il Mise, le piattaforme di food delivery e i sindacati. Di Maio: “Visioni divergenti. Se non si arriva alla concertazione, pronto ad intervenire con norme specifiche”

Pubblicato il 26 Lug 2018

deliveroo

Prosegue il lavoro del tavolo sui riders per la definizione di un nuovo assetto alla disciplina delle collaborazioni nel settore del food delivery. L’intento del governo è quello di trasformare questa occasione di confronto in una soluzione concreta per i lavoratori della gig economy.

Presenti al tavolo di concertazione al Mise tutte le compagnie di food delivery che operano nel nostro Paese: dalle grandi multinazionali a quelle emergenti, insieme a tutte le organizzazioni sindacali e alle nuove forme di rappresentanza di categoria.

“Il confronto sui diritti dei rider continua e ovviamente non è semplice”, ha evidenziato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, commentando l’esito dell’incontro. “Esistono visioni divergenti e comuni – ha spiegato – ma tutti concordano sul fatto che debbano avere più tutele. Con quale strumento è il motivo del dibattito”.

Nel corso dell’ultima riunione, il 2 luglio sorso, era emersa la volontà condivisa di lavorare a un contratto collettivo nazionale dedicato ai riders. Nella stessa occasione,  Di Maio aveva esplicitato gli obiettivi da raggiungere fissati dal Governo, ovvero: la previsione di compenso minimo orario, una tutela Inail e Inps soddisfacente, l’eliminazione del punteggio reputazionale e la definizione di contratto ben preciso.

Propositi che, secondo Di Maio, se concretizzati consentiranno alle intese di diventare il primo contratto di questo tipo in Europa. L’intenzione del Governo, comunque, è fare presto: “Spero che il tavolo possa arrivare alla concertazione, altrimenti interverremo in maniera normativa”.

Per la Cgil il lavoro dei riders è un lavoro che può e deve trovare risposte in termini di diritti, tutele e flessibilità nell’alveo dei contratti nazionali già esistenti, a partire da quello della logistica. Al termine del tavolo, la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti ha spiegato il punto di vista del sindacato. “Occorre – ha detto – discutere di temi e diritti nuovi che riguardano nello specifico questi lavoratori, dal diritto alla disconnessione a quello sulla trasparenza dell’algoritmo, all’eliminazione del ranking reputazionale. Per la Cgil non serve un contratto apposito solo per questi lavoratori”.

“Non siamo concordi sulle proposte avanzate da qualcuno sul possibile utilizzo dei voucher in questo settore, anzi – conclude Scacchetti – riteniamo profondamente sbagliato un intervento che, nel decreto dignità, estenda la possibilità del loro utilizzo”.

Il contratto nazionale della logistica  ha per la prima volta regolato la figura del rider.

Fattorini che con biciclette, scooter e motocicli consegnano a domicilio merci soprattutto comprate online, hanno avuto riconoscimento di diritti e tutele, già previsti ma articolati nell’ultimo rinnovo del Ccnl della logistica, trasporti merci e spedizioni, firmato dalle associazioni datoriali e dai sindacati di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti).

Nel dettaglio il contratto prevede tutte le tutele, salariali, assicurative, previdenziali, tipiche del rapporto subordinato e quelle contrattuali come assistenza sanitaria integrativa e bilateralità. I rider sono inquadrati con parametri retributivi creati appositamente e come “personale viaggiante”.

L’orario di lavoro è flessibile e può essere sia full time che part time, con 39 ore settimanali distribuibili in massimo 6 giorni a settimana e con un minimo giornaliero di 2 ore e fino a un massimo di 8, con la possibilità di coniugare la distribuzione urbana delle merci con il lavoro in magazzino. Previsti a carico delle aziende i Dpi (Dispositivi di protezione individuale), come caschi e pettorine catarifrangenti. Infine è istituita la contrattazione di secondo livello.

Il tavolo aperto dal governo ha sollecitato movimenti interessanti anche tra i player della gig economy. Nei giorni scorsi le  piattaforme del food delivery si sono associate. Deliveroo, Glovo, Just Eat, Social Food e Uber Eats si sono incontrate a Milano, presso la sede di Confcommercio, con l’obiettivo di costiuire la prima associazione di categoria.

La nuova organizzazione associativa – spiegava una nota – sarà in grado di rappresentare, in maniera unitaria, le esigenze del comparto, promuovere e tutelare una cultura positiva del sistema in cui operano le aziende della consegna di cibo a domicilio.

 

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