La New York State Public Service Commission ha revocato l’approvazione della fusione tra Charter Communications e Time Warner Cable perché l’azienda “non ha rispettato i vincoli di copertura imposti” come condizione al via libera all’accordo. La Commissione, che vigila sui servizi pubblici statali, dall’elettricità all’acqua alle Tlc, ha anche inferto una multa per complessivi 3 milioni di dollari e ha fatto richiesta alla Corte Suprema per l’imposizione di ulteriori sanzioni non solo per l’attuale non-compliance ma per aver mancato in passato gli obiettivi di copertura di banda larga previsti. La revoca del via libera alla fusione vale solo per lo Stato di New York, non per gli altri Stati Usa in cui Charter è attiva, ma vuol dire che a New York Charter non può più fornire servizi via cavo.
Charter Communications ha completato nel 2016 l’acquisizione delle attività di Time Warner Cable e della sua affiliata Bright House Networks divenendo il terzo maggior fornitore di un servizio di Tv a pagamento negli Stati Uniti, dietro Comcast e At&t Direct Tv. E’ il secondo maggior operatore della cable Tv, dietro Comcast.
Secondo l’agenzia newyorkese che vigila sulla concorrenza di mercato e la qualità del servizio al cittadino, Charter ha “agito in cattiva fede”, continuando a non rispettare le scadenze previste, tentando di evitare l’adempimento degli obblighi di copertura delle zone rurali e “gettando volutamente confusione” sulle prestazioni del suo servizio e sull’adesione ai termini del merger. La Commission ha dato 60 giorni di tempo a Charter per presentare un “piano di transizione” che incorpori la nuova decisione dell’agenzia governativa e eviti ogni impatto sui clienti.
La New York State Public Service Commission aveva già citato in giudizio Charter a maggio per violazione dei termini del merger che imponeva al provider di coprire con banda larga a 100 Mbps l’intero Stato entro la fine del 2018 e di aggiornare il servizio a 300 Mbps per la fine del 2019; Charter doveva anche estendere la sua rete per raggiungere 145.000 case e aziende finora non servite in zone meno densamente popolate entro quattro anni dalla chiusura del deal con Time Warner Cable. Avendo mancato del 40% la deadline di giugno, la Commission nel mese scorso ha multato Charter per 1 milione di dollari da versare alle casse dello Stato di New York. La sanzione si somma a altri 2 milioni di dollari di multa decisi per violazione dei termini del merger: già afine 2017 la Commissione aveva indicato che solo 18.000 residenze erano state raggiunte dalla banda larga di Charter.
Charter sostiene di aver rispettato la sua parte del deal e che la Commission newyorkese tenta di imporre termini non previsti in precedenza. Secondo l’azienda del cavo, inoltre, la decisione della Commissione non sarebbe estranea da motivazioni politiche: a settembre si terranno le primarie per la candidatura Democratica al posto di governatore (oggi occupato dal Democratico Andrew Cuomo) e il tema della copertura in banda larga sarà sul tavolo. L’associazione dei consumatori Public Knowledge ha espresso soddisfazione per la decisione della Commission, sottolineando che nello Stato di New York manca una capillare copertura broadband.