L’India inasprisce la sua crociata anti-fake news chiedendo agli operatori telecom nazionali di trovare un modo per bloccare applicazioni come Facebook e WhatsApp in caso di abuso. L’agenzia di stampa Reuters riporta che il governo di Nuova Delhi ha intensificato gli sforzi per arginare il fenomeno della condivisione o dell’inoltro in massa di notizie prive di fondamento che non solo alimentano la disinformazione ma scatenano episodi di violenza.
Nel mirino delle autorità c’è soprattutto l’applicazione di messaggistica WhatsApp: la diffusione virale di messaggi con contenuti falsi o tendenziosi h portato a una serie di pubblici linciaggi e fenomeni di “caccia alle streghe” in varie regioni del paese.
Per questo il ministero delle Telecomunicazioni si è rivolto direttamente ai fornitori indiani di servizi telecom nonché alle associazioni dell’industria della telefonia mobile e di Internet chiedendo di “valutare le diverse soluzioni possibili” per bloccare queste app. Il documento spedito dal ministero indiano ai provider nazionali invita a studiare delle opzioni e a giungere a una conclusione su come bloccare applicazioni mobili quali “Instagram, Facebook, Whatsapp, Telegram e le altre simili”.
La situazione viene definita dal ministero una “emergenza”: “Abbiamo bisogno di una soluzione ragionevole e efficace per proteggere la sicurezza nazionale“.
Per Facebook si tratta dell’ennesima grana legata alla sua piattaforma social e alle app della sua galassia: sia Instagram che WhatsApp fanno parte del gruppo di Menlo Park. In particolare per WhatsApp l’India rappresenta il mercato maggiore con oltre 200 milioni di utenti e un altissimo livello di condivisione non solo di messaggi di testo ma anche di foto e video. Dopo le ripetute richieste del governo indiano di arginare l’abuso dell’applicazione, WhatsApp ha organizzato una campagna pubblicitaria per sensibilizzare i consumatori contro le fake news e introdotto un limite all’inoltro, che da luglio si ferma a un massimo di cinque chat alla volta.
Per Nuova Delhi evidentemente non basta: di qui la richiesta di un intervento delle telco. Separatamente il governo indiano continua a indagare sul caso Cambridge Analytica che potrebbe aver incluso l’abuso dei dati anche di molti utenti indiani.