Samsung investirà l’equivalente di 22 miliardi di dollari (25.000 miliardi di won) in intelligenza artificiale, tecnologie per il 5G, componenti elettroniche per auto e applicazioni nella biofarmaceutica, alla ricerca di nuove aree di crescita che compensino il forte rallentamento negli smartphone e nell’elettronica di consumo.
L’investimento fa parte di un più ampio programma triennale da 180.000 miliardi di won con cui il colosso sud-coreano intende assicurarsi nuove fonti di guadagno e continuare a crescere e assumere; rappresenta un incremento del 6% della spesa di capitale e dell’investimento in R&D rispetto allo scorso piano triennale e include investimenti nei chip, attualmente la divisione più forte di Samsung. Questa volta l’azienda ha fornito però indicazioni più dettagliate sulle aree in cui in intende indirizzare la spesa nei prossimi anni: la casa sud-coreana ha detto che vuole portare a 1.000 il numero dei suoi ricercatori impegnati sull’intelligenza artificiale su più sedi globali. Si tratta anche della prima importante comunicazione sulle strategie di gruppo dopo che l’erede dell’impero industriale Samsung, il vice-presidente Lee Jae
“Il volume complessivo di questo investimento non soprende, ma sicuramente Samsung potrà diventare più attiva nell’M&A per potenziare il suo posizionamento nell’AI o nel 5G, dopo che Lee sarà tornato alla guida dell’azienda”, ha commentato Greg Roh, analista di Hyundai Motor Securities. Lee Jae
I risultati del secondo trimestre 2018 hanno confermato il trend in flessione per le vendite di smartphone Galaxy,che hanno trascinato in basso i risultati di Samsung: il fatturato è sceso negli scorsi tre mesi del 4% a 58.480 miliardi di won (circa 52 miliardi di dollari) da 61.000 miliardi un anno prima mentre gli utili sono rimasti praticamente piatti. La IT and Mobile Communications division, di cui fanno parte gli smartphone, ha registrato una contrazione del 20% del fatturato; le vendite di device mobili in particolare sono scese del 22% a causa delle prestazioni deludenti di Galaxy S9 e S9+ e delle difficoltà del segmento premium; soffrono anche i tablet. Al contrario il Semiconductor business resta la divisione “forte” di Samsung con un incremento del 10% delle vendite complessive a quasi 22.000 miliardi di won; crescono sia i chip Dram per i data center che i chip di memoria flash Nand per lo storage ad alta capacità. Ma la forza dei semiconduttori non basta a bilanciare le perdite negli smartphone e Samsung cerca il rilancio in aree ad alto potenziale innovativo.
Il piano triennale di investimento prevede di spendere 130.000 miliardi di won in Corea del Sud, dove Samsung creerà 40.000 nuovi posti di lavoro, rispondendo anche all’appello del ministro delle Finanze Kim Dong-yeon che nei giorni scorsi si è incontrato con Lee e ha chiesto di contribuire alla crescita occupazionale del paese, una delle priorità del presidente Moon Jae-in.
Il vicepresidente di Samsung Lee Jae-yong è finito nel mirino della giustizia coreana in un caso di corruzione che ha travolto l’intero paese nel 2016; a fine 2017 i procuratori della Corea del Sud hanno chiesto 12 anni di carcere alla Corte di appello, dopo la condanna a cinque anni inflitta in primo grado ad agosto, ma a febbraio Lee è stato scarcerato dopo aver vinto l’appello che ha ridotto la condanna a due anni e mezzo e concesso la sospensione della pena; il caso è in attesa di un verdetto definitivo presso la Corte Suprema. Lee junior, 50 anni, è figlio di Lee Kun-hee, a sua volta figlio del fondatore di Samsung e presidente del gruppo ma privo ormai di ruolo operativo dopo l’infarto che lo ha colpito nel 2014.