Digital “transformation”, aziende al palo

Secondo Capgemini Consulting solo un terzo delle società a livello globale ha messo in campo progetti ad hoc: la mancanza di competenze specifiche e i problemi culturali frenano l’innovazione

Pubblicato il 12 Dic 2011

Aziende in ritardo nella “trasformazione digitale”. La
fotografia è scattata dallo studio “La trasformazione digitale:
una guida per le organizzazioni miliardarie”, realizzato da
Capgemini Consulting secondo cui solo solo un terzo delle società
sta già adottando un programma efficace a livello globale.
“Nonostante l’influenza pervasiva della tecnologia digitale –
spiega il report – finalizzata ad una maggiore produttività ed
efficienza, ad un miglioramento della customer experience e del
modo in cui le persone interagiscono e collaborano all’interno di
un’organizzazione, la maggior parte delle società non sfrutta
ancora il suo potenziale trasformativo, rischiando di restare
indietro rispetto ad organizzazioni più lungimiranti”.

Lo studio, basato su 157 interviste a senior executive di società
globali dislocate in 15 Paesi e con un fatturato annuo superiore a
1 miliardo di dollari, ha valutato la maturità delle
organizzazioni in termini di trasformazione digitale, partendo dal
presupposto che la maturità si compone di due dimensioni: il
"cosa" e il "come".

Il "cosa" è costituito dagli elementi specifici
implementati dall'organizzazione ai fini di una trasformazione
digitale, compresi investimenti nella customer experience, nei
processi operativi e nella responsabilizzazione dei lavoratori.
Il "come" è il modo in cui le organizzazioni guidano la
trasformazione attraverso project governance, coinvolgimento della
forza lavoro e meccanismi di misurazione. Secondo George Westerman
del Mit, ricercatore che ha collaborato alla relazione, “questi
due elementi sono alla base dell'alchimia della trasformazione
digitale. Solo le aziende che hanno sviluppato entrambe le
dimensioni possono guidare una trasformazione digitale efficace che
apporta un valore significativo al business.”

Tra i fattori che contribuiscono a guidare la trasformazione
digitale: a guidare il cambiamento sono soprattutto le pressioni
esercitate dai concorrenti (72%) e dai clienti (70%), dal momento
che le società cercano di trovare nuove strategie per assicurarsi
un vantaggio competitivo e soddisfare le mutevoli aspettative dei
clienti. Lo studio, ha portato alla luce anche i principali fattori
interni che ostacolano la trasformazione digitale: mancanza di
competenze (77%), problemi culturali (55%), IT inefficace
(50%).

“Nonostante il clamore suscitato dalle nuove tecnologie
innovative – spiega Andrew McAfee del Mit – come i social media o
il mobile, la maggior parte delle società deve fare ancora molta
strada verso la trasformazione digitale. Indipendentemente dal
fatto che si utilizzino tecnologie innovative o tradizionali, la
chiave per la trasformazione digitale consiste nel cambiare il modo
in cui opera la società. Si tratta quindi di una sfida a livello
di gestione, persone e tecnologia.”

Secondo Alberto Bazzi, Marketing, Sales & Service Practice Leader
di Capgemini Consulting,“la tecnologia digitale ha la capacità
di migliorare le performance ed il raggio d'azione di
un'azienda in maniera radicale, ma questa trasformazione
implica la capacità di un cambiamento organizzativo che
l'adozione di nuove tecnologie comporta. Questo studio ci ha
mostrato che, mentre molti sono convinti della forza delle pratiche
aziendali basate sul digitale, il successo sarà possibile solo con
una visione strategica e una leadership dettate da un programma di
trasformazione coeso.”

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