Ultimi fuochi prima dell’asta 5G. Telecom Italia, Fastweb, Vodafone Italia, Wind 3, Linkem e Open Fiber si schierano per aggiudicarsi le licenze fino al 2037 delle “autostrade dell’etere” che serviranno a realizzare le prime reti 5G.
Un’asta faraonica: per la prima volta in Europa viene realizzata una gara “multibanda”: in ballo 1.275 Mhz di spettro radio nelle “bande pioniere”, considerate dalla Ue il top per il 5G. Ma è una “prima” anche per il tipo di frequenze: debuttano in un’asta le “millimetriche” che vengono considerate adatte ad aree ad elevata densità di rete che richiedono grossi volumi di dati. Inciso: anche Iliad partecipa, ma senza gara: è l’unico nuovo entrante cui viene riservato un “posto” nella 700 Mhz.
Primo giorno di asta il 13 settembre. Sono 2,5 miliardi gli incassi stimati, di cui metà subito quest’anno: ma la speranza è che la cifra lieviti ben oltre i 3 nel corso dei rilanci. Entro il 10 settembre gli operatori devono presentare la propria offerta economica sulla base degli importi minimi di aggiudicazione previsti nell’avviso di gara e nel relativo disciplinare.
L’asta multibanda ha una sua ragione: garantisce la continuità alle sperimentazioni 5G avviate nelle città “pilota” e consente alle Tlc di selezionare al meglio l’insieme di frequenze delle quali avranno bisogno per realizzare nel modo più efficiente le proprie reti 5G.
Tre le bande coinvolte: quella “millimetrica” dei 26 Ghz (275 MHz di spettro), quella a 3,7 Ghz (200 MHz) e infine la 700 Mhz (75 MHz). Tutte frequenze con caratteristiche diverse e complementari in termini di copertura, penetrazione e capacità che dovranno essere assemblate in modo ottimale.
Le bande non saranno disponibili da subito: la 3.6-3.8 GHz così come la 26,5-27,5 Ghz si liberano dal 2019 (la banda 3.4-3.6 non è ora utilizzabile in quanto 74MHz sono nella disponibilità della Difesa e le licenze per i rimanenti 124 MHz sono state prorogate fino al 2029). La 700 Mhz si libererà più tardi delle altre – nel 2022 – ma viene considerata la più preziosa, di un valore superiore del 10% a quella 800 Mhz: serve a garantire un’ampia copertura territoriale, anche indoor, mentre le frequenze più elevate garantiscono velocità di vari gigabit al secondo. L’importo minimo richiesto per ogni lotto della 700 Mhz è il più elevato – 337 milioni – contro i 158 di ogni lotto della 3,7 Ghz e i 32 milioni della 26 Ghz.
La banda 26 Ghz ha un doppio vantaggio. A differenza della 700 Mhz è libera (quasi) da subito. Ma soprattutto è già “pronta per l’uso” del 5G. Nel mondo sono le millimetriche quelle utilizzate per rodare i primi servizi 5G: field test già effettuati, problemi visti e risolti, software già “messo su strada”. Per esempio negli Usa Verizon sta facendo test sulla banda 28 Ghz (l’asta per le licenze di queste frequenze è prevista per il 14 novembre). L’azienda sta concentrandosi sul futuro business 5G ed ha già annunciato i nomi delle 4 città in cui verranno lanciati i primi servizi entro la fine dell’anno. La soluzione a banda larga “fissa senza fili” di Verizon, che promette velocità fino a 1 Gigabit al secondo, sarà il suo primo servizio 5G.