Si intensificano le mobilitazioni e le iniziative in vista del voto al Parlamento Ue sul copyright, in calendario il 12 settembre prossimo. Dopo l’appello degli editori europei agli europarlamentari perché approvino il testo “a difesa della libertà di stampa” e contro lo strapotere degli Ott, ora tocca all’industria musicale.
L’industria musicale del Regno Unito lancia la campagna e la petizione #LoveMusic, a favore della direttiva e appoggia in particolare l’articolo 13. E’ quello che sposta l’onere della responsabilità per le violazioni del diritto d’autore alle piattaforme, costringendole a riadattare i loro meccanismi di protezione dei contenuti e ad eliminare i contenuti degli utenti su richiesta dei titolari dei diritti. “Ci sono ci persone e aziende tecnologiche che cercano con ogni mezzo di bloccare un cambiamento che significherebbe un accordo più equo per quasi tutti nel business musicale del Regno Unito. Abbiamo urgentemente bisogno di aiuto per impedire che ciò accada e per garantire che musicisti, creatori e a tutti nell’industria musicale non sia negata una giusta ricompensa per il loro lavoro”, spiegano sul sito Ukmusic.org gli ideatori della campagna che si rivolgono all’Ue.
L’approvazione della direttiva sul diritto d’autore, sostiene Uk Music, favorirà la crescita per le imprese nuove ed esistenti. L’articolo 13 fornirà inoltre “certezza giuridica” per i consumatori nonché “remunerazione adeguata” per i creatori. UK Music, fondata nel 2008 rappresenta gli interessi collettivi della musica registrata, pubblicata e dal vivo.
E anche alcune delle maggiori agenzie di stampa europee hanno scritto una dichiarazione congiunta per accusare Google e Facebook di “saccheggiare le notizie” e invitare le due aziende a condividere maggiormente i propri ricavi con i media. Il documento, firmato dagli amministratori delegati di circa 20 agenzie, tra cui la francese Agence France-Presse, la britannica Press Association e la tedesca Deutsche Presse-Agentur chiede al Parlamento europeo di aggiornare la legge sul copyright nella Ue per contribuire a risolvere quello che viene definito uno “squilibrio grottesco”.
A luglio il Parlamento europeo si è spaccato in due al momento del voto: a favore 278 eurodeputati, mentre i no sono stati 318 e 31 gli astenuti. Tra pochi giorni il testo tornerà ad essere esaminato e votato.