Portare la rete nei paesi africani e utilizzarla per rispondere ai
bisogni primari delle comunità. È questo l’obiettivo a cui
punta la Fondazione Nexus Mundi che ha trovato in Telecom Italia il
partner tecnologico per dare il via ad un primo progetto a Chikuni,
nello Zambia.
Il progetto, che vede in campo anche la Columbia University e la
Compagnia di Gesù, fa leva sulle reti di tlc “made in Italy”,
quelle di Telecom Italia, che ha supportato la realizzazione di un
sistema di comunicazione basato su connessioni satellitari e
mobili, già attivo nel villaggio africano. E a breve partirà un
progetto per diffondere servizi di telemedicina utilizzando la
rete.
“Telecom Italia si è occupata della progettazione,
realizzazione, messa in opera e collaudo della rete e anche delle
attività di training del personale in loco che si occupa delle
network operations”, spiega al Corriere delle Comunicazioni il
direttore Strategy Oscar Cicchetti.
Cicchetti, quando è partito il progetto e cosa
prevede?
L’idea del progetto risale al 2008 e lo scorso anno siamo passati
alla fase operativa anche grazie al coinvolgimento dei partner che
hanno fornito i dispositivi e le strumentazioni necessarie. Il
sistema è attivo e funzionante.
Oggi abbiamo deciso di avviare una seconda fase e di utilizzare la
rete per mettere in piedi un sistema di telemedicina finalizzato
alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie più diffuse.
L’idea è quella di dotare presidi periferici di strumentazione
molto semplice per effettuare analisi, trasferire le informazioni
ai presidi ospedalieri per la diagnosi e la definizione della
cura.
State portando avanti altre iniziative di questo
tipo?
Stiamo lavorando alla realizzazione di un analogo progetto in un
altro villaggio, sempre nello Zambia. Ed è allo studio l’ipotesi
di replicare l’iniziativa anche in Kenya. Poi stiamo portando
avanti un progetto in Brasile.
E oltre ai Paesi in via di sviluppo? In Italia ad esempio
cosa state facendo?
I progetti sono molti e per restare alle iniziative più recenti a
dicembre di un anno fa è stato attivato in Piemonte, a seguito di
un accordo con la Regione, l’innovativo servizio di
teleassistenza domiciliare Nuvola IT Home Doctor, che è stato
oggetto di sperimentazione per circa due anni presso i reparti di
ospedalizzazione a domicilio e di chirurgia oncologica e tecniche
biomediche applicate dell’Ospedale Molinette di Torino.
Quali risultati sono stati raggiunti? La telemedicina serve
anche ad abbattere i costi della sanità?
Certamente. Il progetto delle Molinette ha già consentito una
riduzione del numero delle ospedalizzazioni, con un risparmio
stimato per il Sistema Sanitario Regionale di circa l’80%
rispetto ai costi relativi al ricovero ospedaliero tradizionale. Il
servizio consentirà, nell’arco di tre anni, di monitorare 5000
pazienti da casa propria grazie a un kit composto da apparati
elettromedicali e telefoni cellulari dotati di apposito software e
sim card, consentendo loro un importante miglioramento della
propria qualità di vita.
Il servizio sfrutta la tecnologia cloud, in cosa consiste
la piattaforma Home Doctor?
È un servizio di teleassistenza domiciliare che consente ai
pazienti affetti da patologie cardiache, diabetologiche,
pneumologiche, di misurare, in totale autonomia o con supporto
infermieristico, i propri parametri clinici direttamente da casa e
di trasmetterli in automatico all’unità medica ospedaliera, su
qualsiasi rete dati disponibile (Adsl, Grps/Edge/Umts, Wi-fi e
satellite).
L’Adsl è sufficiente per la telemedicina? O serve la
fibra?
L’Adsl, così come le tecnologie mobili attualmente disponibili,
è in grado di abilitare appieno questo tipo di servizi. La
telemedicina intesa come teleassistenza domiciliare non necessita
di grandi quantità di banda.
e-Health, in Africa è “by Telecom”
Il direttore Strategy Oscar Cicchetti: “Già attivi i servizi nello Zambia. Presto anche in Kenya”. E alle Molinette di Torino si usa la Nuvola IT “Home Doctor”
Pubblicato il 14 Dic 2011
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