Dopo l’annuncio dei giorni scorsi del giro di vite sui contenuti illeciti diffusi tramite le piattaforme Internet, la Commissione europea rincara la dose proponendo multe per Facebook, Google, Twitter e le altre piattaforme online che non rimuovono i contenuti estremisti entro un’ora dal momento in cui sono stati segnalati dalle autorità. Se si alza la bandiera rossa delle forze dell’ordine in merito a contenuti postati online che incitano ad azioni terroristiche, promuovono gruppi estremisti o pubblicizzano atti di terrore, la rimozione dei fornitori di servizi attivi in Ue deve avvenire entro sessanta minuti, perché questa è “la finestra di tempo decisiva”, ha sottolineato il presidente Jean-Claude Juncker illustrando la proposta al Parlamento europeo nel discorso annuale sullo Stato dell’Unione.
“Gli europei si aspettano che l’Unione europea li protegga. Perciò la Commissione europea propone oggi nuove norme per eliminare la propaganda terroristica dal web entro un’ora, ossia entro il lasso di tempo decisivo in cui possono essere prodotti i danni più gravi”, ha affermato Juncker.
Le nuove regole sono presentate una settimana prima della riunione informale di Salisburgo, in cui i leader dell’Ue dovranno parlare di sicurezza. Ogni piattaforma internet che Intenda offrire servizi nell’Unione europea sarà soggetta a regole chiare per impedire che i suoi servizi siano utilizzati per diffondere contenuti terroristici. Al tempo stesso, afferma una nota della Commissione, saranno introdotte forti salvaguardie per proteggere la libertà di espressione su Internet e per garantire che siano colpiti esclusivamente i contenuti terroristici.
Nella proposta della Commmissione, che avrà bisogno dell’ok dei paesi Ue e dell’Europarlamento, le piattaforme Internet dovranno adottare misure proattive contro i contenuti illeciti, per esempio sviluppando nuovi strumenti tecnologici per scovare gli abusi ma anche impiegando più personale per esercitare una vigilanza sui materiali postati. I service provider e gli Stati membri dovranno presentare rapporti annuali sulla trasparenza per chiarire come fanno fronte ai contenuti terroristici.
Le aziende che sistematicamente non riescono a rimuovere i contenuti estremisti potrebbero ritrovarsi a pagare multe salate: fino al 4% del loro fatturato globale. I fornitori di contenuti avranno tuttavia la facoltà di contestare gli ordini di rimozione.
“Abbiamo bisogno di strumenti mirati e robusti per vincere questa battaglia”, ha dichiarato la commissaria alla Giustizia Vera Jourova .
La Commissione chiede che anche i 28 governi nazionali dell’Ue adottino misure che permettano di identificare rapidamente i contenuti estremisti messi online, definiscano le sanzioni per chi infrange le regole e i meccanismi di appello.
Questi alcuni degli elementi principali del nuovo regolamento. Intervento entro un’ora: la Commissione propone un termine giuridicamente vincolante di un’ora per la rimozione dei contenuti in seguito a un ordine di rimozione emesso dalle autorità nazionali competenti. Dovere di diligenza per tutte le piattaforme, onde impedire che siano utilizzate impropriamente per la diffusione dei contenuti terroristici online; i prestatori di servizi saranno inoltre tenuti a prendere misure proattive. Aumento della cooperazione: la proposta istituisce un quadro di cooperazione rafforzata tra prestatori di servizi di hosting, Stati membri ed Europol. Solide salvaguardie per i fornitori di contenuti e rapido reinserimento dei contenuti rimossi indebitamente; le autorità nazionali dovranno inoltre garantire mezzi di ricorso giurisdizionale efficaci e le piattaforme e i fornitori di contenuti avranno il diritto di impugnare un ordine di rimozione; per le piattaforme che usano strumenti di rilevamento automatico, dovrà essere disposta la sorveglianza e la verifica da parte di esseri umani, per impedire rimozioni erronee. Sanzioni finanziarie pesanti e deterrenti: gli Stati membri dovranno stabilire sanzioni effettive, proporzionali e dissuasive per il mancato rispetto degli ordini di rimozione dei contenuti terroristici online; un prestatore di servizi che ometta sistematicamente di rispettare tali ordini rischierà sanzioni finanziarie fino al 4% del suo fatturato complessivo dell’ultimo esercizio.
A inizio anno la Commissione europea ha lanciato un aut aut alle piattaforme online sulle strategie da adottare nella lotta ai contenuti illeciti su web. Nei giorni scorsi tuttavia Bruxelles ha fatto sapere che distinguerà tra hate speech e propaganda al terrorismo. Nel primo caso i giganti di Internet come Facebook, Google e Twitter potranno continuare a collaborare con le autorità su base “volontaria”, ma sui contenuti terroristici ci sarà l’intervento del legislatore.
La commissaria alla Giustizia Vera Jourova ha affermato infatti che sull’hate speech resterà valido il codice di condotta che le aziende di Internet hanno adottato, ma sui contenuti terroristici l’esecutivo Ue è giunto alla conclusione che la minaccia è troppo grave e il rischio per i cittadini europei è troppo elevato ed esite una norma ad hoc. “Vogliamo avere la certezza assoluta che tutte le piattaforme e i fornitori It cancelleranno i contenuti legati ai gruppi terroristici e che collaboreranno con le forze dell’ordine e la giustizia“, ha dichiarato la Jourova.