Il Ceo di Facebook Mark Zuckerberg ha inaugurato una serie di post in cui illustra le strategie aziendali per contrastare l’interferenza di fake account e disinformazione nel democratico svolgimento del processo elettorale. In vista delle elezioni di mid-term negli Stati Uniti, che si terranno a novembre, il numero uno del social network sottolinea l’impegno profuso per risolvere le problematiche emerse durante le elezioni presidenziali del 2016 – con le ingerenze di attori russi – e l’abuso sui dati personali finiti nelle mani della società di maketing politico Cambridge Analytica – tutti casi che il numero uno di Facebook cita nel suo intervento.
Il Ceo non manca di evidenziare le difficoltà di controllare tutti i materiali postati sulla piattaforma social da 1,5 miliardi di utenti e di trovare un equilibrio tra il diritto alla libera espressione e le altrettanto fondamentali esigenze di perseguire gli illeciti. La sfida è gigantesca ma il messaggio di Zuck è ottimista: “Stiamo lavorando e stiamo migliorando”. E’ un messaggio alla community, ai regolatori ma anche agli investitori nel momento in cui il Ceo ricorda che la sua azienda sta investendo pesantemente in tecnologie e personale per arginare gli abusi (lo staff preposto alla sicurezza è raddoppiato a 20.000 unità).
La prima sfida per le elezioni mid-term americane – e i processi democratici in tutti i paesi – sono i fake account, “fonte della gran parte degli abusi dei nostri servizi, anche durante le elezioni”, scrive Zuckerberg. I progressi nel machine learning hanno permesso a Facebook di affinare i suoi strumenti: “In totale abbiamo rimosso più di un miliardo di account falsi, la maggior parte entro pochi minuti dalla creazione, nei sei mesi da ottobre a marzo scorsi”.
Tra le operazioni condotte di recente dal team di sicurezza di Facebook c’è quella sull’Internet Research Agency (IRA) e le azioni di manipolazione dell’opinione pubblica in Russia (eliminati 270 account e pagine). Facebook ha anche scoperto una rete filo-governativa in Iran che tentava una propaganda in Usa, Uk e Medio Oriente; e una rete di account in Brasile che tentava di influenza le elezioni presidenziali di ottobre.
Parte del lavoro degli esperti di sicurezza di Facebook si rivolge anche alla disinformazione, minaccia in parte legata ai account fake: le pagine fasulle servono infatti di solito per diffondere propaganda politica. In questo caso Facebook agisce eliminando l’incentivo economico ai creatori di account e notizie false: ciò riduce enormemente il numero degli spammer. Zuckerberg scrive che la sua azienda blocca chi ripetutamente diffonde disinformazione dall’utilizzo delle ads di Facebook.
Al tema della pubblicità Zuckerberg dedica un altro paragrafo del suo intervento, ricordando le modifiche introdotte quest’anno che hanno alzato lo standard di trasparenza per le ads politiche su Facebook. Queste ads non saranno proibite, perché la missione di Facebook è “dare voce a tutti”, sottolinea il Ceo, ma gli standard adottati sono persino “più severi” di quelli vigenti per giornali e Tv (un riferimento alla legge in discussione al Congresso Usa che vorrebbe regolare le pubblicità politiche sui social alla stregua dei media tradizionali e cui le Internet companies si oppongono). Ora su Facebook le ads politiche devono indicare da chi sono pagate e l’inserzionista deve registrare il suo nome e paese di provenienza. Tutte queste ads vengono inoltre archiviate in un database pubblico.
Facebook ha anche dato vita, a inizio anno, a una commissione indipendente sulle elezioni, composta da esponenti del mondo accademico e no-profit, che studia le sfide della vigilanza sui social sulla corretta informazione. Facebook sta anche collaborando con i governi, tra cui gli Stati Uniti e la Germania, per trovare una risposta adeguata alla minaccia della disinformazione e dell’interferenza nelle elezioni. Zuckerberg sottolinea come il compito di combattere i fake sui social sia molto complesso e che i risultati più efficaci si produrranno solo con una cooperazione tra tutte le parti interessate: tech companies, regolatori, esperti indipendenti.
Un mese fa Facebook aveva annunciato di aver individuato e rimosso centinaia di nuovi profili considerati falsi e implicati in comportamenti considerati di “disturbo” in vista delle elezioni di midterm negli Stati Uniti il prossimo novembre. Il social network ha detto di aver chiuso in tutto 652 fra pagine, gruppi e profili, alcuni dei quali originati in Iran e Russia. Anche Twitter e Google hanno annunciato un’operazione di pulizia sulle piattaforme volta a scongiurare l’influenza di governi stranieri sulle elezioni Usa di metà mandato in programma a novembre.