War Trade Usa-Cina, scatta l’escalation. Dal prossimo 24 settembre il governo Trump applicherà dazi del 10% su importazioni cinesi per un valore di 200 miliardi di dollari. Dal primo gennaio 2019 le tariffe doganali saliranno al 25%. Lo ha annunciato ieri sera la Casa Bianca dopo la chiusura di Wall Street. A seguire il ministro del Commercio cinese ha dichiarato che il Paese non potrà che reagire con una serie di contromisure.
Se Pechino dovesse adottare ritorsioni Washington reagirà passando alla “fase tre” della sua strategia imponendo altri dazi su 267 miliardi di dollari di importazioni cinesi.
La prima fase c’è stata tra luglio e agosto quando sono entrati in vigore – in due tranche – dazi del 25% per 50 miliardi a cui la Cina rispose in misura equivalente finendo per colpire anche la soia Usa, di cui il Paese asiatico è storicamente il principale importatore.
Pechino aveva detto che avrebbe reagito all’ultima mossa Usa con dazi contro 60 miliardi di dollari di importazioni americane.
Per Trump la Cina continua a ricorrere a pratiche “ingiuste” a danno della tecnologia e della proprietà intellettuale statunitensi, cosa che “rappresenta una minaccia grave alla salute e alla prosperità di lungo termine dell’economia Usa”. Il rialzo graduale dei nuovi dazi è pensato per permettere agli americani di fare shopping durante la prossima stagione natalizia senza avvertirne troppo l’effetto; per la prima volta infatti i dazi colpiscono direttamente i consumatori visto che ad essere presi di mira sono prodotti usati tutti i giorni che includono generi alimentari, articoli di elettronica e per la casa. Ne restano fuori 300 linee di prodotti tra cui gli smartwatch, dispostivi Bluetooth, elmetti per ciclisti, guanti di plastica, seggiolini, box per bambini e alcuni prodotti chimici. Questo significa che l’Apple Watch e le cuffie wireless AirPods sono salvi (per ora). Questi e altri prodotti del gruppo Apple inclusi gli iPhone (assemblati in CIna) sono minacciati dagli altri potenziali dazi che finirebbero per colpire praticamente quasi tutti i beni che gli Usa importano dalla Cina.