Il 60% delle quasi 85mila scuole pubbliche italiane è coperto da infrastrutture Fttc/Ftth, il 33% da quella Adsl e il 7% non vanta la possibilità di accesso alle due tecnologie ossia alla banda larga. È quanto emerge dai dati elaborati da Uli-Utility Line Italia con l’obiettivo di scattare una fotografia sullo stato dell’arte della banda larga nelle scuole italiane e per verificare rischi e opportunità derivanti in particolare dall’”accensione” della fibra ottica. Se è vero che l’infrastruttura è predisposta nella maggior parte delle scuole è anche vero – evidenzia Uli sulla base dei dati Miur/Agi 2017 – che la maggioranza degli istituti è connesso in Adsl. Solo il 10% viaggia oltre i 30 megabit per secondo, e le connessioni attive in fibra riguardano solo il 15% delle scuole.
“Le scuole hanno una grande opportunità – sottolinea Vittorio Figini, fondatore e amministratore di Uli-Utility Line Italia. – Abbiamo iniziato nel 2002 a portare le prime connessioni Adsl fino a migrare da qualche anno alla fibra ottica. Una linea performante consente di realizzare alcuni obiettivi della scuola digitale: dalla dematerializzazione dei servizi – siti e portali, comunicazione scuola-famiglia, registro elettronico di classe e del docente, gestione centralizzata dei contenuti didattici multimediali – alla dotazione tecnologica dei laboratori e delle biblioteche (connessioni, computer, Lim e proiettori interattivi) a quella delle aule. È però fondamentale che le connessioni dedicate alle scuole abbiano la banda minima garantita, fattore essenziale per un servizio di qualità agli istituti scolastici”. Il tema è particolarmente importante – sottolinea Uli – in vista della scadenza del 31 dicembre 2018 termine entro cui le scuole italiane possono usufruire di quanto prevede il Punto 3 del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), varato nel 2015, ossia uno stanziamento di 1.000 euro per attivare servizi di connettività base o evoluta per gli istituti scolastici.