Giro di vite in arrivo sulla raccolta e il riciclo di apparecchiature elettroniche ed elettriche (Raee) da parte dei commercianti. Il Parlamento Europeo voterà la settimana prossima una risoluzione, per inserire nella legislazione Ue l’obbligo per i negozi di articoli elettronici di taglia media o grande (sopra i 400 mq) di accettare la restituzione di articoli di piccole dimensioni (massimo 25 cm). I produttori, d’altro canto, beneficeranno di una semplificazione degli obblighi d’informazione e di misure mirate a evitare la doppia imputazione di tasse.
In Europa si gettano più frigoriferi, telefoni e altri dispositivi che mai, spesso senza che ne siano recuperati pezzi di valore, secondo l’allarme lanciato dagli eurodeputati in un progetto di risoluzione che sarà votato giovedì 19 gennaio.
Il testo è frutto di un accordo con gli Stati membri e mira a migliorare la raccolta e riciclo di prodotti elettrici ed elettronici e a ridurre l’onere amministrativo a carico dei produttori, responsabili finanziariamente della gestione dei rifiuti.
La modifica alla direttiva del 2003 sulla gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Waste Electrical and Electronic Equipment – Weee), una volta formalmente approvata da Parlamento e Consiglio, introdurrà nuovi obiettivi di raccolta.
Entro il 2019, la maggior parte degli Stati membri dovrà raccogliere il 65% dei beni presenti sul mercato, calcolato sul peso medio dei prodotti, o, alternativamente, l’85% dei rifiuti generati, figure più o meno equivalenti. L’obiettivo di riciclo sarà invece aumentato, per alcuni prodotti, fino all’80%.
Per far sì che tutti facciano la propria parte, i deputati, guidati dal relatore Karl-Heinz Florenz (Ppe, De) hanno chiesto e ottenuto che sia inserito nella legislazione europea l’obbligo per i negozi di articoli elettronici di taglia media o grande (sopra i 400 m2) di accettare la restituzione di articoli di piccole dimensioni (massimo 25 cm). I produttori, d’altro canto, beneficeranno di una semplificazione degli obblighi d’informazione e di misure mirate a evitare la doppia imputazione di tasse.
Infine, i deputati hanno negoziato un giro di vite sulle spedizioni illegali verso paesi in cui questo tipo di rifiuti è trattato in condizioni pericolose per i lavoratori e l’ambiente.