Amazon “ammazzerà” i piccoli esercenti? La risposta è no. E a smentire quel che si va diffondendo come una sorta di “mantra” negativo è la numero uno della filiale italiana del colosso dell’e-commerce, Mariangela Marseglia.
Dal palco dell’EY Digital Summit in corso a Capri Marseglia invita il Paese a “non cercare alibi”. “L’e-commerce rappresenta l’1% delle vendite di food e il 90% del commercio è tradizionale. Questo è lo stato dei fatti. E la questione dunque non è Amazon. Peraltro una famiglia su tre non ha connessione a Internet, dunque a loro comunque non possiamo arrivare”. Quel che sostiene la manager è che la partita ecommerce è ancora tutta da giocarsi e che ciascuno potrà trovare la propria strada: “È importante che i piccoli esercenti capiscano i vantaggi competitivi del digitale e l’eccellenza su cui puntare. Allora potrà trovare la sua nicchia”.
Marseglia ha evidenziato inoltre che il ritardo italiano si è fatto sentire anche sulla stessa Amazon. “La scarsa penetrazione di Internet nel Paese e in particolare della banda larga e lo scarso uso dei pagamenti digitali sono state condizioni che hanno rallentato notevolmente lo sbarco di Amazon in Italia, addirittura dieci anni dopo la Francia. Viviamo in un paese in cui l’80% delle transazioni avvengono ancora in cash. È evidente che questo è un ostacolo all’ecommerce e al digitale”.
Ma i negozi fisici sono destinati a scomparire? “Niente affatto”, sottolinea la numero uno di Amazon Italia. “Il negozio tradizionale non scomparirà però è destinato a modificarsi. E anche Amazon si sta organizzando con negozi propri e sono già oltre 400 negli Usa. Dunque non è solo tutto digitale”.