La trimestrale di Ibm delude le previsioni di mercato e lascia gli analisti perplessi sulla capacità del colosso americano dell’It di liberarsi dalla dipendenza dai business tradizionali e trasformare i settori “nuovi” del cloud e dell‘intelligenza artificiale nei principali motori di crescita. Nel terzo trimestre 2018 le revenue di Ibm hanno registrato un calo del 2,1% attestandosi a 18,8 miliardi di dollari, mentre gli analisti prevedevano 19,1 miliardi di dollari: la frenata nelle vendite del ramo server e software non riesce ancora a essere compensata dai business innovativi.
Gli utili sono di 2,69 miliardi contro i 2,73 miliardi del terzo trimestre 2017, mentre l’Eps è in leggero aumento, con utili per azione pari a 3,42 dollari contro i 3,40 dollari previsti da Wall Street. Ma gli occhi di investitori e analisti sono puntati sulla capacità di generare fatturato che, dopo dieci trimestri consecutivi di crescita, sembra messa in dubbio dai risultati degli scorsi tre mesi.
Nel terzo trimestre 2018, la divisione Technology Services and Cloud Platforms ha messo a segno vendite per 8,3 miliardi di dollari, un calo del 2% anno su anno e al di sotto delle attese per oltre 8,4 miliardi. Le revenue del segmento Cognitive Computing (di cui fanno parte i prodotti legati al super-computer intelligente Watson) sono invece scese del 6% a 4,1 miliardi (contro la previsione dei 4,3 miliardi degli analisti). La divisione Systems, che include i mainframe e i sistemi di storage dei dati venduti a grandi imprese, ha registrato un aumento delle vendite di appena l’1% a 1,75 miliardi contro il balzo del 25% del trimestre precedente.
Il cloud è uno dei quattro rami di attività che Ibm ha chiamato “imperativi strategici” (gli altri sono social, mobile e analytics); per la Ceo Ginni Rometty dovranno trasformare il colosso dei computer in un leader del cloud e dell’AI. Tuttavia nel terzo trimestre le revenue delle aree “strategiche” risulta in aumento, nell’arco dei 12 mesi precedenti, del 13% a 39,5 miliardi; nel precedente trimestre la crescita sui 12 mesi risultava del 15%. Il fatturato totale cloud negli scorsi 12 mesi è stato di 19 miliardi di dollari, pari a una crescita del 20%, ma gli analisti sentiti da Bloomberg sostengono che la crescita viaggia ora su ritmi dimezzati.
Un rallentamento che per il chief financial officer di Ibm Jim Kavanaugh non è indicativo dello stato di salute dei business strategici di Ibm: il ramo dei servizi riprenderà quota nel quarto trimestre, ha detto Kavanaugh in call con gli analisti.
“La vera minaccia per Ibm è che la domanda di server mainframe è in forte calo mentre tutte le imprese migrano sul cloud“, ha dichiarato l’analista Ivan Feinseth della società Tigress Financial Partners. Consapevole della sfida, Ibm continua a potenziare la sua offerta cloud, dove compete con colossi del calibro di Amazon (AWS), Microsoft, Alibaba e Google, aziende native del mondo digitale.
Rientra in quest’ottica l’annuncio di una nuova offerta multicloud Ibm, una tecnologia aperta progettata per semplificare la gestione, lo spostamento e l’integrazione di app tra diverse infrastrutture di cloud computing. Il prodotto, chiamato Ibm Multicloud Manager, fornisce una consolle operativa per le aziende che integrano sempre più funzionalità cloud pubbliche e private con i sistemi aziendali esistenti on-premise. Questa tecnologia, ha spiegato Ibm, consente alle aziende di creare facilmente sistemi “multicloud” armonizzati, con una maggiore visibilità dei processi aziendali e migliori governance e sicurezza. La soluzione è ottimizzata per Ibm Cloud, ma estende la capacità delle aziende di gestire e integrare carichi di lavoro su cloud di diversi provider come Amazon, Red Hat e Microsoft.
Per gli analisti è la direzione giusta: non entrare in un testa a testa con i rivali ma cercare piuttosto la compatibilità con le tecnologie di fornitori concorrenti può aiutare Ibm a guadagnare quote sullo strategico mercato del cloud.