Internet of Things e sicurezza: questi i business su cui Blackberry punta per completare il rilancio dopo essersi trasformata da vendor di smartphone in società di software e servizi per clienti aziendali. La società guidata dal Ceo John Chen si aspetta una nuova e potenzialmente gigantesca fonte di entrate dai dispositivi connessi (20 miliardi di oggetti IoT nel 2020, secondo le stime di Gartner) che le tecnologie Blackberry possono mettere al riparo da attacchi hacker e furti di dati.
L’azienda canadese intende mettere la sua esperienza e la forte reputazione che si è costruita negli anni in tecnologie di sicurezza per smartphone al servizio di qualunque device della IoT ma con un occhio al suo mercato di riferimento, le imprese. Per questo ha lanciato Blackberry Spark, la piattaforma per le comunicazioni tra dispositivi connessi usati in ambito business. L’azienda canadese ha coniato la definizione di Enterprise of Things, o EoT, per descrivere le reti di comunicazione e collaborazione tra oggetti online nelle varie industrie.
La competenza su cyber-security e privacy è nel Dna di Blackberry, ha detto il chief technology officer Charles Eagan, e ora queste conoscenze vengono applicate ai dispositivi inseriti nell’ecosistema Blackberry Spark. La tecnologia Blackberry compatibile con i device di più costruttori: qualunque sia il vendor i sistemi di sicurezza di Blackberry mettono l’oggetto connesso a Internet al riparo da intrusioni.
La strategia sta vivendo una fase di accelerazione e l’anno prossimo Blackberry lancerà un ulteriore strato di sicurezza per la sua piattaforma, anticipa il Financial Times. Questo layer aggiuntivo permetterà di autenticare tutti i device che entrano nel network sicuro in modo fluido e senza interruzioni usando data point come le coordinate del posizionamento geografico, l’ora e persino parametri biometrici. Se il device viene usato da una persona non autorizzata la piattaforma individua immediatamente l’anomalia e blocca l’utilizzo.
Blackberry ha anche rilasciato un servizio che permette ai costruttori di dispositivi di inserire fin dalla fase di fabbricazione una chiave di sicurezza: la protezione è così embedded nel device, qualunque esso sia, dalle serrature smart fino ai dispositivi per il settore sanitario, permettendo di “blindare” dispositivi destinati ad attività critiche o che coinvolgono la gestione di dati sensibili. Un server di Blackberry registra la chiave di sicurezza e vigila sulla corrispondenza tra la chiave registrata e quella usata per attivare il device. Se le due chiavi non combaciano, il dispositivo viene portato offline.
Nella trimestrale presentata a fine settembre per i tre mesi terminati il 31 agosto (secondo trimestre fiscale 2019 per Blackberry), l’azienda di Waterloo, Ontario, ha indicato che genera più del 90% del fatturato da software e servizi, ovvero 193 milioni di dollari Usa su un totale di 210 milioni nel trimestre, pari a una crescita del 4%. L’81% del revenue è “recurring” e include le licenze per l’utilizzo della proprietà intellettuale: Blackberry detiene 37.500 brevetti. Il Ceo Chen ha sottolineato le “significative opportunità future” che potranno essere create dalla piattaforma Spark. “Sono molto incoraggiato dalle opportunità di leadership di Blackberry nella Enterprise of Things“, ha indicato Chen.
Blackberry, fondata nel 1984, ha dovuto reinventare il suo business dopo che i suoi cellulari con la caratteristica tastiera fisica sono stati abbandonati a favore dei modelli touch Apple e Android. Oggi il gruppo canadese si concentra sulle soluzioni software per la protezione di applicazioni e dati che risiedono sui terminali mobili.