Che si tratti di meccatronica, banche o assicurazioni, industrie chimiche o farmaceutiche, oggi tutti i settori dell’industria moderna stanno facendo i conti con la rivoluzione digitale. La lista è quasi infinita: dall’Industrial Internet of Things (IIoT) passando per il 5G e l’Artificial Intelligence (AI), le nuove tecnologie hanno fatto emergere nuovi prodotti, servizi e modelli di business. In questo ambiente estremamente volatile il procurement, ossia la funzione acquisti, ha un ruolo cruciale. Perché sia davvero competitivo però va ripensato alla base, facendo piazza pulita delle attività a basso valore aggiunto e focalizzandosi sull’automazione, sui BOTs e sulle nuove forme di negoziazione. Come? Lo spiega Roland Berger nello studio “Procurement endgame – Il futuro degli acquisti in tempi di digitalizzazione e interruzione” che fotografa i trend tecnologici e industriali in atto.
Ciascun settore industriale ha la sua sfida da affrontare. “Il settore automobilistico oggi deve fare i conti con attività estranee a quelle tipiche del proprio core business, come ad esempio l’acquisto di batterie per trazione o, ancora, la gestione di partnership strategiche per la gestione delle nuove automobili connesse o l’acquisizione di software innovativi correlati – spiega Paolo Massardi, senior partner di Roland Berger – Se le aziende non saranno in grado di reagire in modo pro attivo lavorando su nuovi prodotti, servizi e modelli di business, metteranno a rischio la loro stessa sopravvivenza”. In questo quadro gli acquisti giocano un ruolo chiave a patto che vengano ridefiniti in ottica di creazione di valore per l’azienda.
La rivoluzione digitale nei processi di approvvigionamento industriale ha alzato l’asticella dell’automatizzazione: i robot informatici specializzati e l’intelligenza artificiale sono ormai in grado di gestire problemi che vanno ben oltre la semplice automazione come la collaborazione con nuovi partner strategici, lo scouting di prodotti / servizi innovativi, la gestione di rischi e margini e così via.
“La rivoluzione in atto è in una fase già avanzata – evidenzia Francesco Campagna, Partner di Roland Berger Italia per il settore Automotive and Industrial Products and Services – Eppure molte industrie sono ancora restie a mettere in discussione il proprio modus operandi. Mettendo di fatto a repentaglio la propria efficienza. Bisogna attrezzarsi e bisogna farlo per tempo”.
Ma come fare per (ri)organizzare una funzione acquisti adeguata alle sfide del proprio settore? La prima cosa da fare è considerare i trend specifici dell’industria di appartenenza per poi procede a una analisi approfondita del modello di business e dei vantaggi competitivi della propria azienda. Durante la fase di analisi è necessario capire quali saranno le future necessità sia lato fornitori sia lato tempistiche.
La seconda fase prevede lo sviluppo di diversi scenari possibili. Va individuato il miglior network di fornitori, quello a cui si aspira e che possa permettere di ottenere la massima efficacia. E il tutto va scaricato a terra con l’aiuto degli strumenti digitali, aggiornando ruoli e processi, investendo ove richiesto per rendere efficace e sostenibile il nuovo modello. In altre parole: capire il punto di partenza, tracciare le tappe e le scadenze intermedie, tenere ben presente gli obiettivi. E non avere paura di rischiare. Ultimo avvertimento: bisogna rimanere sempre all’erta. “Se le funzioni di acquisto e le singole attività che le compongono non si adatteranno rapidamente e continuamente alle tendenze dirompenti del mercato, le aziende perderanno i vantaggi competitivi acquisiti nel tempo rischiando persino di uscire dal mercato”, conclude Massardi.