ANTITRUST

Google, ecco il nuovo piano per le app su Android: si pagherà fino a 40 dollari

Dopo la maxi-multa della Commissione Ue per abuso di posizione dominante, Mountain View avvia un nuovo sistema di licensing che sarà operativo dal 29 ottobre. Produttori di smartphone e tablet commercializzati in Europa non avranno l’obbligo di pre-installare le app, ma chi le vuole dovrà pagarle. A meno che non si dia la preferenza a Google search e Chrome

Pubblicato il 22 Ott 2018

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Google si adegua alle richieste dell’antitrust europeo e avvia un nuovo sistema di licensing con cui farà pagare i vendor di dispositivi mobili una tariffa (fino a 40 dollari per device) per usare le app Android. Il sistema sarà attivo dal 29 ottobre per qualunque modello di smartphone o tablet commercializzato nell’Area economica europea e che funziona col sistema operativo mobile sviluppato da Google, ha annunciato l’azienda.

I produttori di cellulari con Os Android non saranno dunque più obbligati a pre-installare app come Youtube, Gmail, Google Maps e Play Store, ma se vorranno le app dovranno pagarle. Il nuovo modello verrà adottato dall’azienda di Mountain View come rimedio alle accuse di abuso di posizione dominante da parte della Commissione Ue che ad aprile ha condannato l’azienda a una multa da 4,34 miliardi di euro .

La Ue ha ordinato a Google di smettere di obbligare i produttori di telefonini a pre-installare il suo motore di ricerca e il browser Chrome se volevano pre-installare anche Play store, il negozio virtuale da cui scaricare le app funzionanti con Android.

Col nuovo sistema di licensing, la tariffa che i vendor dovranno pagare per ogni device va da un minimo di 2,50 dollari fino a un massimo di 40 a seconda del modello di smartphone o tablet e del paese in cui viene venduto, ma la quota media dovrebbe restare sui 20 dollari.

Inoltre, i vendor possono non pagare nulla se mettono il motore di ricerca di Google e il browser Chrome in posizione preminente; in tal caso Google darà al produttore del device mobile una quota dei proventi della pubblicità generati con la ricerca e il browser.

Il nuovo sistema, osserva Reuters, dovrebbe concedere ai rivali di Google (come Microsoft o Qwant, motore di ricerca nato in Francia) più spazio per allearsi con i produttori di hardware e sostituirsi alla suite di Google proponendo le proprie applicazioni. Qwant, da sempre molto battagliera contro il predominio di Google, si è detta “soddisfatta che l’azione della Commissione europea abbia portato Google finalmente a dare ai vendor la possibilità di offrire una scelta ai consumatori”.

Secondo l’antitrust europeo Google detiene e abusa di posizione dominante nell’Internet search, nei sistemi operativi mobili e app store per il sistema operativo Android. Pur avendo fatto ricorso contro la decisione Ue, il colosso californiano, entro fine ottobre, deve terminare le pratiche che Bruxelles ha giudicato anti-competitive; il rischio, altrimenti, è che per ogni giorno di mancato rispetto della decisione il gruppo debba versare una multa ulteriore pari in media al 5% massimo dei ricavi giornalieri generati globalmente.

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