Ericsson ha annunciato nuovi obiettivi finanziari alla vigilia del suo capital markets day a New York: l’outlook include target di fatturato più ambiziosi per il 2020, segno che la ristrutturazione del business varata quasi due anni fa sta producendo i frutti sperati e permette al colosso europeo del networking di guardare al futuro con ottimismo.
Il target per le vendite nette tra due anni è stato alzato a 210-220 miliardi di corone svedesi contro i 190-200 miliardi indicati in precedenza. L’outlook migliorato si deve principalmente alla divisione Networks; circa 5 miliardi di corone in più si legano agli effetti dei cambi e 2 miliardi alla decisione di non vendere la divisione Red Bee Media. Il vendor ha indicato anche che pensa di raggiungere un margine opertivo del 10% nel 2020 e del 12% per il 2022.
Di fronte a una bassa redditività a causa delle pesanti spese operative con la riduzione del portafoglio ordini, Ericsson ha lanciato nel secondo trimestre del 2017 un pesante piano di ristrutturazione da 10 miliardi di corone che prevede il taglio di 20.500 posti di lavoro.
Nel terzo trimestre, come evidenziato dal report finanziario presentato a metà ottobre, l’azienda è finalmente tornata a crescere e ha messo a segno profitti di 2,7 miliardi di corone svedesi (261 milioni di euro), ben al di sopra delle attese, contro la perdita di 3,7 miliardi di un anno prima. Il fatturato è aumentato dell’8,9% a 53,8 miliardi; il margine lordo, esclusi i costi di ristrutturazione, è cresciuto al 36,9% dal 28,5% dell’anno precedente. “Stiamo assistendo a miglioramenti in tutte le nostre attività”, ha commentato il ceo Borje Ekholm, aggiungendo che Ericsson è pronta a cogliere le opportunità aperte dal passaggio dell’industria verso il 5G e l’IoT.
Quest’anno Ericsson e la rivale europea Nokia hanno tratto vantaggio dall’estromissione dei concorrenti cinesi dai contratti per le attrezzature di rete negli Stati Uniti. Ad agosto Ericsson ha annunciato un’espansione in Nord America, già mercato numero uno per il colosso svedese (rappresenta un quarto delle revenues annuali): assumerà negli Stati Uniti 380 persone, aprirà un nuovo centro di ricerca e sviluppo e avvierà attività di manufacturing nel quarto trimestre dell’anno. “Gli Stati Uniti saranno un mercato cruciale per il 5G”, ha detto Ekholm. A settembre Ericsson ha siglato con T-Mobile un contratto pluriennale del valore di 3,5 miliardi di dollari per l’implementazione della rete 5G della telco americana.
Il nuovo contesto macroeconomico permette all’azienda svedese di essere ottimista soprattutto per la divisione Networks, dove gli investimenti in R&D continueranno ad aumentare di pari passo con le efficienze sui costi. Ericsson prevede vendite nette di 141-145 miliardi di corone nel 2020, contro il precedente target di 128-134 miliardi, con margine operativo al 15-17%; la crescita arriverà grazie a un mercato più forte e all’espansione in nuovi rami di business adiacenti, ha spiegato il vendor.
Nei Digital Services, il cammino è più lento, ma Ericsson punta a tornare alla redditività tagliando sui costi e investendo in un portafoglio di prodotti 5G-ready e cloud-native.
Nei Managed Services, il focus è il miglioramento della redditività grazie agli investimenti in automazione e intelligenza artificiale. L’obiettivo per il margine operativo è stato portato al 5-8% nel 2020 contro il 4-6% indicato in precedenza, per arrivare al 10-12% nel 2022.
Infine, nella divisione Emerging Business and Other, Ericsson cercherà di rafforzare il ruolo delle attività emergenti sulla sua crescita di gruppo, catturando nuove fonti di guadagno grazie a 5G e IoT. Il target è il pareggio di bilancio nel 2020.