Il ministero dello Sviluppo economico ha convocato, per il prossimo 27 gennaio, i vertici di Wind e i rappresentanti sindacali in merito alla volontà dell’azienda di esternalizzare la gestione della rete. Lo ha detto il ministro Corrado Passera nel corso del question time. Passera ha ricordato che la procedura di cessione avviata da Wind è arrivata alla compilazione della short list con due soggetti interessati, Ericsson e Huawei: "L’operazione – ha proseguito Passera – è stata avviata formalmente lo scorso autunno ma è stata bloccata per le proteste dei lavoratori, che hanno interessato il ministero". Da qui la decisione di convocare il tavolo, la cui finalità principale è "a tutela" dei 1.600 lavoratori che sarebbe coinvolti nell’outsourcing. Nella stessa occasione, il ministro ha sottolineato di condividere il richiamo alla "necessità che il governo attivi il confronto con tutti gli operatori sulla situazione delle reti e sull’upgrading tecnologico".
Nei giorni scorsi era stato il segretario dell’Idv Antonio Di Pietro a presentare un’interrogazione parlamentare, per impegnare il governo Monti ad intervenire nella vertenza per tutelare i posti di lavoro a rischio esternalizzazione, pari al 23% del personale.
Da tempo i sindacati chiedono l’apertura di un tavolo. "Wind negli ultimi anni ha scelto di non investire sulla Rete, oggi è chiamata a fare investimenti significativi per rispondere alle esigenze del mercato, e lo fa nel peggiore dei modi, ‘cacciando’ 1600 lavoratori dal perimetro aziendale e facendogli pagare un prezzo altissimo per la miopia industriale e strategica degli azionisti e del management", denunciano i sindacati che propongono "di efficientare i costi della struttura, aprendo un tavolo di confronto e ricercando soluzioni che consentono all’Azienda risparmi ed ai lavoratori di rimanere nell’azienda che hanno costruito e sviluppato", si legge in una nota della Fistel Cisl del 24 novembre scorso.
Le Segreterie Nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno aperto lo stato di agitazione in tutta l’azienda, con l’apertura delle procedure di sciopero – continuano i lavoratori di Ivrea – Inutile sottolineare come si tratti di un’operazione che avrà un non trascurabile impatto sulla forza-lavoro impiegata in Wind, considerato il peso dei circa 1600 lavoratori sul totale dei 7008 impiegati in Italia (il 23%), secondo i dati del bilancio Wind del terzo trimestre 2011 (7236 a fine 2010)".
"E’ interessata, tra le altre, anche la storica sede di Ivrea, dove sono 88 i lavoratori coinvolti, su un totale di 691 impiegati – precisano da Ivrea – La decisione risulta essere decisamente discutibile, dal momento che il presunto obbiettivo pare essere la ricerca di una maggiore efficienza e la mera riduzione dei costi, nonostante i dati e gli indici di bilancio Wind evidenzino negli ultimi anni un buono stato di salute e redditività, pur in un contesto economico molto problematico".
"Secondo i bilanci forniti da Wind, l’Ebitda (Earnings before interest, taxes, depreciation and amortization) è sempre cresciuto negli ultimi 4 esercizi (1.829, 2.010, 2.064, 2.185 milioni di euro), mentre alla fine del terzo trimestre dell’esercizio in corso si è a 1.588 milioni di euro, con una lieve flessione dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2010 (quando era 1.596) – continuano i diepodenti dello stabilimento di Ivrea – Per quanto riguarda invece il Risultato Netto, a fine settembre risultava in positivo di 9 milioni di euro, mentre negli anni precedenti si è passati dai 198 milioni del 2007, 385 nel 2008, 308 nel 2009 sino alla chiusura in negativo per 252 milioni di euro dello scorso esercizio (risultato negativo effetto dei costi una tantum relativi al rifinanziamento del debito; al netto di tali effetti il risultato sarebbe stato positivo per 92 milioni di euro)".
"Guardando in casa del principale competitor di Wind, Telecom Italia, il Risultato netto di settembre 2011 riporta ad esempio un negativo di 1.206 milioni di euro, contro un positivo di 3.572 milioni a fine 2010", aggiungono i dipendenti.
"La conferma dell’andamento positivo viene comunque dalla stessa Wind, che nella relazione sul bilancio del terzo trimestre 2011, indica che "per il periodo in corso si conferma come il trend vissuto dal Gruppo nei recenti trimestri, unitamente ad un continuo processo di ottimizzazione della struttura dei costi,consentono ragionevolmente di ritenere che il Gruppo continuerà a consolidare la propria performance e la propria posizione competitiva nel 2011"", argomentano i dipendenti, chiudendo in chiave polemica: "E’ triste constatare come nonostante la situazione societaria non sia problematica, si finisca comunque per considerare i dipendenti come un semplice costo: se con l’attuale struttura i risultati sono comunque positivi, sembra del tutto immotivata la scelta di cedere il 23% dei propri dipendenti – chiudono i dipendenti – La preoccupazione dell’azienda nella riduzione dei costi non sembra invece presentarsi quando si tratta di concedere cachet a 5 zeri ai propri svariati (e crescenti) testimonials V.i.p. , o quando si decide di organizzare (come successo nelle scorse settimane) convention aziendali di fine anno ad Orlando, in Florida, per presentare le offerte commerciali natalizie di fronte ai maggiori esponenti del management e ai dealer che hanno generato alti profitti".