Portare i servizi dell’ospedale ovunque. Senza ritardi, con meno personale medico ma con l’aiuto dell’innovativa telemedicina satellitare. È la sperimentazione portata avanti nel 2011 dal progetto Telesal, sviluppato e cofinanziato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), che oggi sta dando i primi risultati: in sette mesi 150 pazienti in emergenza sono stati seguiti e diagnosticati via satellite.
Quattro le macro aree sanitarie di applicazione del progetto: ambulatori mobili per campagne di screening, supporto agli interventi della medicina d’emergenza, aiuto ai medici di bordo e ai servizi aeronautici. "Grazie alla collaborazione delle Regioni, Basilicata e Molise – ha affermato Cesare Aragno, capo progetto Telesal, intervenuto oggi a Roma al convegno: ‘Le tecnologie dello spazio al servizio della sanità pubblicà – che hanno messo a disposizione le ambulanze, abbiamo monitorato via satellite 150 interventi in 7 mesi. Ma non solo: Napoli sono stati effettuati oltre 400 esami di screening mammografico. E i referti sono stati spediti in tempo reale via satellite per la diagnosi al policlinico partenopeo Federico II".Utilizzando la telemedicina – ha spiegato Aragno – le donne napoletane, dopo aver fatto l’esame sul mezzo, dopo mezz’ora potevano ottenere i risultati arrivati via satellite dall’ospedale. In questo modo abbattiamo i ritardi e le attese per il ritiro in ospedale. Inoltre – sottolinea l’esperto – i referti acquisiti digitalmente possono essere spediti a più policlinici di riferimento per eventuali consulti con altri specialisti".
"Il progetto Telsal è partito 4 anni fa – conclude – ma la sperimentazione si è svolta nel 2011. Speriamo che in questo nuovo anno i risultati si trasformino in collaborazioni più ampie con enti e aziende sanitarie di altre Regioni".
Telesal è stato il primo progetto pilota applicativo, sviluppato e co-finanziato dall’Asi, nel quadro nazionale delle “Tecnologie ed Applicazioni Spaziali al Servizio della PA del Cittadino”, con lo scopo di impiegare tecnologie innovative di derivazione spaziale – tra cui quelle satellitari – per realizzare e sperimentare sul campo modelli di servizio di medicina telematica.
La novità è stata la realizzazione di un sistema aperto che si poggia su una infrastruttura di telecomunicazione, principalmente satellitare, ed alcune applicazioni necessarie per smaterializzare i processi amministrativi e connettere funzionalmente utenti e centri di servizio del sistema sanitario. Il sistema consente in sintesi l’analisi e la comunicazione a distanza di dati clinici rendendo disponibili in remoto, grazie all’uso del satellite, le competenze professionali, gli strumenti di diagnosi e gli altri mezzi necessari alla realizzazione di modelli di servizio Ict a supporto della pratica medica.
L’Asi, che sta ancora valutando i risultati tecnologi del progetto, ritiene che potrà trovare conferma della scelta iniziale operata sulla medicina telematica satellitare come risposta ad alcune criticità del settore sanità nonché alla possibilità di erogare servizi sanitari adeguati nelle emergenze legate ai disastri naturali e per le esigenze di protezione civile, nelle operazioni di peace keeping, nelle situazioni di digital divide, nonché per le esigenze di “remotizzazione” dei pazienti in situazioni di anzianità, cronicità o anticipata dismissione ospedaliera.