Google rivede la propria politica per la privacy e le condizioni di uso. Le nuove norme entreranno in vigore il 1 marzo e secondo Mountain View semplificheranno e uniformeranno quelle esistenti. Le 60 regole in vigore saranno consolidate. "Le autorità chiedono politiche di privacy più semplici e averne una unica per vari prodotti" va in questa direzione, dice Alma Whitten, direttore della privacy di Google sul blog del motore di ricerca.
In concreto, dal 1 marzo Mountain View consoliderà le 60 regole attuali, semplificando, a suo avviso, i termini di adesione e rivedrà le modalità con cui tratta i dati personali: le informazioni di un utente iscritto a un servizio Google saranno usate per tutti gli altri servizi offerti dal motore di ricerca. E, soprattutto, gli utenti non avranno l’opzione di rifiutarsi di sottoporsi al nuovo regime.
"Se siete registrati a un servizio, possiamo combinare le informazioni che avete fornito con quelle di altri servizi. In breve, vi tratteremo come un singolo utente su tutti i nostri prodotti, e questo si tradurrà in un’esperienza più semplice e intuitiva di Google", dice Alma Whitten, direttore della privacy di Google. La decisione – evidenziano gli osservatori – consentirà a Google di personalizzare meglio la pubblicità. Se qualcuno guarda un video di Nba online e vive a Washington, Google potràorientare la pubblicità dei biglietti dei Washington Wizards nell’account Gmail dell’utente. I consumatori – sottolineano – potrebbero beneficiare del cambio, consentendo a Google di raffinare le ricerche e capire più rapidamente se cercando la parola ‘jaguar’ si vogliono informazioni sul modello di auto o sull’animale.
Ma i paladini dei consumatori sono contrari all’innovazione perché ritengono che gli utenti potrebbero restare delusi dal fatto che le le loro informazioni siano condivise su altri siti web.
Anche se la società ritiene che seguire i consumatori sulle sue piattaforme migliori i servizi, gli utenti dovrebbero continuare ad avere l’opzione di non partecipare all’iniziativa, affermano gli osservatori. "Nessuno se lo aspettava. In nessun modo i consumatori possono comprendere le implicazioni del raccolta di dati da parte di Google su tutte le sue piattaforme per la salute, le opinioni politiche e i timori finanziari", precisa con il Washington Post Jeffrey Chester, direttore del Center for Digital Democracy. ‘E’ necessario che gli utenti abbiano la possibilità – dice il parlamentare Edward J Markey – di decidere se vogliono che le loro informazioni siano condivise sullo spettro di offerta Google".