Gli over the top guadagnano quote crescenti sul mercato della Tv: secondo l’ultimo studio di Idate Digiworld, i servizi video Ott rappresenteranno il 14,5% del totale del mercato audiovisivo nel 2018. Tale mercato varrà complessivamente 115,7 miliardi di euro nel 2022 e gli Ott ne controllerano fette sempre più consistenti, visto che, nei prossimi quatto anni, la Tv lineare globale crescerà in media dello 0,8% contro il 14,2% dei servizi Ott.
Per i player nativi digitali si tratta di tassi inferiori a quelli registrati negli anni scorsi ma è chiaro che alla Tv tradizionale restano spazi sempre più limitati, tanto più che l’offerta degli Over the top si arricchisce. A attori ormai consolidati come Netflix, Amazon e Google si unirà presto Apple: l’azienda degli iPhone dovrebbe lanciare un servizio Tv nella prima metà del 2019, dapprima negli Stati Uniti, successivamente in altri 100 paesi. Probabilmente chi posside un device Apple avrà accesso gratuito ai contenuti originali sviluppati da Cupertino (con investimenti previsti di 1 miliardo di dollari l’anno) ma potrà anche iscriversi ai servizi di terze parti, come Hbo e Starz.
Gli operatori “tradizionali” reagiscono alla pressione competitiva puntando sull’espansione internazionale e le operazioni di M&A. L’azienda americana del cavo Comcast ha acquisito in estate la britannica Sky, la numero uno della pay-Tv in Europa; la strategia prevede anche la collaborazione su scala globale per convertire gli abbonati alla Tv a pagamento in abbonati video Ott. Questo, nota Idate, potrebbe portare al lancio su vasta scala di una versione over the top dei servizi Sky in Europa e fornire accesso sia ai contenuti originali di Sky e Comcast (che possiede anche NBC Universal) sia a queli di terze parti, compreso Netflix. A fine 2017 il colosso dei media Disney ha comprato Fox per potenziare il catalogo e l’anno prossimo lancerà il servizio in streaming Disney Plus per muovere battaglia a Netflix e Amazon.
Altri trend sono da seguire. Il primo è il ruolo crescente dei dispositivi mobili nella fruizione di contenuti video, come dimostra l’ingresso di Apple nell’arena; il secondo è l’approccio multi-content; per esempio, Apple offrirà non solo video on demand ma anche canali della Tv tradizionale, musica, audiolibri, forse anche un servizio di edicola digitale.
Lo smartphone è la chiave di volta per il successo della nuova offerta over the top: è una sorta di Tv tascabile che offre contenuti audio-video anche personalizzati in mobilità, unificando sullo stesso device diversi tipi di media. Le aziende native di Internet sono da questo punto di vista un passo avanti, secondo Idate: sono naturalmente più capaci di sviluppare servizi su misura per i nuovi schermi e di creare modelli di business adeguati alla fruzione multimediale, mentre i gruppi della Tv tradizionale devono affrontare un percorso di digital transformation. Senza contare che aziende come Apple, Amazon e Google hanno sia i contenuti che i device, al contrario di Netflix e delle reti Tv. La differenza non è da poco: per le prime il contenuto spinge anche le vendite di dispositivi e permette la raccolta di dati personali, altamente monetizzabili, per le seconde il contenuto è l’unica fonte di guadagno.
L’evoluzione futura, dunque, appare favorire gli Ott, conclude Idate. Questo non implica la scomparsa della Tv lineare o il fallimento dei gruppi dei media, ma è un appello urgente alla trasformazione digitale e alla messa a punto di una propria strategia over the top. Non c’è spazio per tutti sul mercato, avvertono gli analisti: vinceranno i player tradizionali che sapranno far leva sull’innovazione, sulla forza del brand, sulla conoscenza dei mercati locali e sull’offerta di contenuti di qualità rilevanti per questi mercati.
Inoltre, il declino della Tv lineare non è omogeneo nelle diverse regioni del mondo. E’ molto marcato in Nord America, dove nei prossimi anni continueranno ad avanzare gli Ott, e moderato in Europa, che ai player tradizionali offre qualche spazio di crescita in più, pur se a ritmi inferiori alla media mondiale. Al contrario, le migliori prospettive per la Tv tradizionale sono offerte dai paesi dell’Asia Pacifico, dell’America Latina, del Medio Oriente e dell’Africa. Ma, osserva Idate, si tratta di potenziale: spetta ai player tradizionali trasformarlo in business.