Un budget da 50 miliardi di dollari nell’arco dei prossimi 5 anni per guardare al futuro del comparto automotive, dalle auto elettriche a quelle a guida autonoma fino ai servizi digitali. E’ quanto ha messo sul piatto il colosso tedesco Volkswagen per cercare di lanciare la sfida ai rivali d’oltre oceano che stringono accordi con i big hi-tech della Silicon Valley. Volkswagen è uno dei principali investitori dell’industria mondiale dell’auto e il suo annuncio evidenzia la sfida che i costruttori tradizionali devono affrontare con le tecnologie che avanzano.
Già all’inizio dell’anno Volkswagen aveva annunciato la volontà di costruire 16 impianti per le e-car in tutto il mondo, principalmente convertendo quelli esistenti, e l’intenzione di acquistare batterie in grado di alimentare milioni di veicoli elettrici. In base al nuovo piano, tre impianti tedeschi verranno convertiti: quello di Emden dove viene prodotta la Passat, di Hannover dove si fanno i van, e Zwickau, “casa” del sedan Phaeton. Ma Vw intende anche costruire e-car negli Usa, sebbene non abbia ancora deciso dove, anche se la scelta definitiva dovrebbe arrivare nel 2019.
Ad agosto la casa tedesca ha annunciato che a partire dal 2020 tutte le auto nuove che usciranno dalle fabbriche Volkswagen, circa cinque milioni nell’arco dei dodici mesi secondo le previsioni, saranno connesse a Internet.
Il dato attuale evidenzia che sono circa 1,5 milioni i veicoli privi di accesso a internet, seppur collegabili attraverso uno smartphone grazie alla soluzione “Volkswagen Connect”.
Per raggiungere l’obiettivo la casa automobilistica darà vita anche a una unica piattaforma per tutto il gruppo basata sul cloud, la “One digital Platform” (Odp) che collegherà auto, utenti e servizi.
Numeri ben lontani da Norvegia e Germania, che con 62.000 e 55.000 immatricolazioni sono i primi mercati in Europa. Ma i risultati dei primi mesi del 2018 testimoniano un crescente fermento del settore anche in Italia: nel primo semestre sono state immatricolate 4.129 auto elettriche, quasi come nei dodici mesi precedenti, con un aumento dell’89%. Una crescita che ha coinvolto anche le infrastrutture di ricarica, che a fine 2017 comprendevano circa 2.750 punti di ricarica pubblici (+750 sul 2016), di cui il 16% (443) high power, e circa 1.300 colonnine, anche se la distribuzione geografica appare ancora sbilanciata, con differenze evidenti fra le aree del Paese.