LE NUOVE REGOLE

Privacy, le aziende: “Pacchetto Ue troppo rigido”

Assocomunicazione, Fcp, Iab Italia e Netcomm in linea con la posizione del Garante Francesco Pizzetti, secondo il quale le nuove norme europee, che l’Italia dovrà recepire entro il 2014, rischiano di frenare lo sviluppo del mercato digitale. “La tutela dei diritti non è in contrasto con l’opt-out”

Pubblicato il 30 Gen 2012

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Assocomunicazione, Fcp, Iab Italia e Netcomm, associazioni che raggruppano le maggiori aziende italiane e internazionali della comunicazione interattiva, accolgono con favore il commento critico da parte del Garante per la Privacy Francesco Pizzetti al nuovo regolamento europeo in materia di protezione dei dati approvato venerdì scorso, il cui recepimento è previsto in Italia per il 2014.

Il regolamento
propone una riforma globale della normativa Ue del 1995 in materia di protezione dei dati nell’intento di rafforzare i diritti della privacy online e porre fine all’attuale frammentazione.

Assocomunicazione, Fcp, Iab Italia e Netcomm, sono concordi con il Garante sull’eccessiva rigidità del testo approvato, seppur frutto di una maturata esperienza, perché vedono concreti rischi di rallentare lo sviluppo del mercato digitale europeo, settore che riveste oggi una grande rilevanza per la crescita economica e sociale a livello mondiale. Per questa sua essenza di fenomeno globale, si ritiene che la regolamentazione della Rete debba avvenire prendendo in considerazione il contesto internazionale per permetterne uno sviluppo omogeneo, soprattutto quando su temi così delicati e con un impatto sulla vita privata ma anche sullo sviluppo della stessa economia digitale.

Assocomunicazione, Fcp, Iab Italia e Netcomm ricordano l’impegno di lungo corso sul tema della tutela della privacy degli utenti, ambito in cui molto è stato fatto e molto ancora sarà fatto. Non ritengono, tuttavia, che la tutela dei diritti individuali sia in contrasto con il sostegno all’adozione del regime dell’opt-out.

Introdurre in Italia l’opt-in porrebbe inevitabilmente il nostro Paese in una posizione di svantaggio rispetto ai molti Paesi europei che hanno scelto la strada dell’opt-out, lasciando agli utenti la piena libertà e consapevolezza della gestione della propria navigazione. Ci si troverebbe infatti di fronte ad un’Europa con uno sviluppo digitale a due velocità: da una parte l’Europa che investe nel digitale e nelle infrastrutture di banda larga, con delle regole per la gestione della Rete non rigide ma sicure e flessibili e dall’altra, un Europa – quella di cui farebbe parte l’Italia – che di fatto rallenta la crescita del digitale come fattore abilitante per la ripresa economica. Una scelta di questo tipo rappresenterebbe un grosso freno per il nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti dei grandi player, che prediligerebbero indubbiamente Paesi con regimi meno duri.

Assocomunicazione, Fcp, Iab Italia e Netcomm auspicano quindi, che la posizione “illuminata” del Garante Pizzetti apra uno spiraglio ad un cambio di direzione anche rispetto alla recente decisione da parte della stessa Autorità, di richiedere all’interno del Decreto legislativo di recepimento della Direttiva 2009/136/CE sul trattamento dei dati personali, che a breve verrà presentato al Consiglio dei Ministri per l’approvazione, un consenso preventivo (c.d. “opt-in”) da parte dell’utente per il rilascio dei c.d. cookie, che non trattano in nessuno modo dati personali.

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