FISCO

Facebook, accordo con l’Agenzia delle entrate: verserà 100 milioni

Firmato un accertamento con adesione. Si chiudono in questo modo le controversie sulle annualità 2010-2016

Pubblicato il 22 Nov 2018

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Facebook Italy fa pace con il fisco italiano. La società ha appena firmato un accertamento con adesione chiudendo così le controversie con l’Agenzia delle Entrate che riguarda alcune annualità del periodo 2010-2016. L’azienda pagherà per questo oltre 100 milioni di euro.

Con l’adesione all’accertamento – sottolinea una nota dell’Agenzia delle entrate – Facebook Italy chiude la controversia relativa alle indagini fiscali condotte dalla Guardia di finanza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, per il periodo tra il 2010 e il 2016. “Il percorso di definizione tra Agenzia delle entrate e Facebook – prosegue la nota – si è basato su una parziale riconfigurazione delle contestazioni iniziali, senza alcuna riduzione degli importi contestati, e darà luogo ad un pagamento di oltre 100 milioni di euro complessivamente riferibili a Facebook Italy S.r.l.”.

L’azienda era stata accusata dalla Guardia di Finanza di non aver dichiarato in Italia redditi per quasi 300 milioni frutto di vendita di spazi pubblicitari. La verifica si era chiusa con contestazioni e la valutazione di sanzioni e tasse a carico dell’azienda per circa cento milioni di euro.

Le indagini del Gruppo Tutela entrate della Gdf di Milano erano cominciate nel dicembre 2012 per chiarire se Facebook aveva nascosto al fisco una stabile organizzazione versando le tasse sui redditi ottenuti dalla pubblicità, invece che in Italia, in Paesi in cui la tassazione è più favorevole. Secondo gli investigatori tra il 2010 e il 2016 l’azienda guidata da Mark Zuckerberg aveva totalizzato in Italia redditi per 296,7 milioni, generati dall’attività di Facebook Italy la cui sede di Milano fu perquisita dalla Guardia di Finanza.

Formalmente era Facebook Ireland limited a vendere la pubblicità, per poi pagare per diritti e licenze per l’uso della piattaforma Facebook a Facebook Ireland holdings, società con sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman.

Secondo l’accusa attraverso il pagamento di tali royalty Facebook Ireland aveva abbattuto i tributi da versare in Italia.

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