DIGITAL DIVIDE

Mozione del Fli: “Incentivi fiscali per la banda larga”

Il documento presentato oggi dai deputati Della Vedova e Toto sollecita il Governo a varare misure economiche per lo sviluppo delle reti fisse e mobili

Pubblicato il 30 Gen 2012

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Favorire anche attraverso forme di incentivo fiscale lo sviluppo delle reti fisse e mobili di nuova generazione, allo scopo di ampliare la copertura territoriale dei servizi d’accesso a banda larga, ridurre il divario digitale tra le diverse aree del Paese, soprattutto nei distretti industriali, e migliorare la competitività e la produttività del sistema economico nazionale: è quanto chiedono i deputati di Futuro e Libertà, Benedetto Della Vedova e Daniele Toto, in una mozione di cui inizia oggi la discussione nell’aula di Montecitorio. Mozione in cui si sollecita il Governo anche a impegnarsi per completare l’opera di semplificazione normativa e amministrativa rendendo coerenti le disposizioni vigenti in materia, con l’obiettivo di incentivare gli investimenti e favorire, anche in questo settore, la piena concorrenza tra operatori di rete fissa e mobile.

"Con la nostra mozione, a cui sono seguite quelle degli altri gruppi parlamentari, abbiamo voluto richiamare l’attenzione del Governo e del Parlamento su un tema di importanza cruciale per le prospettive di sviluppo e di innovazione del nostro Paese – ha sottolineato Toto -. Al Governo, che è già impegnato in una azione riformatrice senza precedenti, abbiamo segnalato un altro aspetto, quello del digital divide, su cui bisogna recuperare terreno rispetto al resto d’Europa. Non è solo una questione di velocità della rete fissa e mobile, ma di sviluppare l’autostrada del futuro, favorendo gli investimenti privati in un settore che, oggi più di altri, dà i maggiori e più rapidi benefici in termini di crescita. Occorre – ha aggiunto il deputato di Fli – definire un modello in grado di coniugare lo stimolo agli investimenti, eventualmente anche con la partecipazione pubblica, creando al contempo una reale possibilità di competere da parte di tutti gli operatori. La costruzione di più reti in fibra parallela tra loro – ha concluso Toto – non è economicamente sostenibile e dunque è necessario incentivare forme di coinvestimento per la costruzione di un’unica rete aperta e pro-competitiva".

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