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L’Internet of energy è già realtà in Enel. Ma l’azienda guarda oltre

Intelligenza artificiale e big data le “armi” in campo per vincere la sfida dell’innovazione e aumentare le prestazioni delle reti e dei servizi al cliente finale. A Bucarest il punto con esperti e innovatori da tutto il mondo

Pubblicato il 28 Nov 2018

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Nome in sigla IoE. Che sta per Internet of Energy. E non si tratta di una sigla futuristica. Il settore dell’energia ha infatti colto già da tempo la sfida degli oggetti connessi e sempre di più lo farà grazie al proliferare vertiginoso dei sensori di nuova generazione.

Fra le aziende al top della classifica mondiale c’è senza dubbio Enel. Che non a caso ha dedicato al tema della Connected Energy il suo ultimo “FocusOn”, andato in scena a Bucarest il 26 novembre, a pochi giorni dal debutto di EnelX in Romania.

A coordinare il dibattito il neo Communication Director dell’azienda, Roberto Deambrogio. Sul palco il ceo e country manager di Enel Romania Georgios Stattis, il capo delle Infrastrutture e del Network digital Hub di Enel Fabio Veronese e il Global vice president di Sap Tom Raftery, considerato un vero e proprio “futurista” nonché innovation evangelist di fama mondiale. Ma soprattutto l’evento – come da tradizione EnelFocusOn (a Bucarest il 12mo appuntamento) – ha visto presenti oltre una ventina fra esperti di energia, fondatori di startup, influencer, blogger e giornalisti (Corcom la testata italiana invitata per questo appuntamento), chiamati a confrontarsi e dire la loro sul “fenomeno” della connected energy per stimolare la discussione e rilanciarla anche attraverso il potere dei social.

Numerose le opportunità evidenziate in termini di business per le energy company ma anche e soprattutto per clienti e utenti finali che vedranno progressivamente aumentare i servizi e le funzionalità a disposizione. La smart home è considerata senza dubbio fra le “aree” che più toccheranno con mano la rivoluzione Internet of things: elettrodomestici, impianti di riscaldamento, sistemi di illuminazione e di allarme, televisori sono gli “oggetti” già entrati pienamente a far parte del già lungo catalogo IoT. E sono i numeri a parlare anche se “il fenomeno appare ancora sottostimato nella percezione comune e addirittura percepito come futuristico” – ha osservato Deambrogio, evidenziando però, dati alla mano che “il numero di oggetti connessi ha già superato il numero degli esseri umani”.

Le stime in termini di giro d’affari sono riviste continuamente al rialzo, al punto che diventa difficile stare dietro ai numeri, ma si naviga nell’ordine dei trillions of dollars di qui ai prossimi anni. E la sfida, ha evidenziato sempre Deambrogio, riguarderà anche e soprattutto i big data: “Bisogna ancora come usarli, ma vanno usati”. Per un colosso come Enel la partita si fa davvero colossale. Ma l’azienda ci ha visto lungo: i contatori intelligenti – quelli di E-Distribuzione – sono infatti figli di una visione che viene da lontano ma che parla da tempo il linguaggio del futuro. “Intelligenza artificiale e big data sono le parole della nuova era”, ha detto Fabio Veronese, autodefinendosi un “techno-feticist”, nel voler mostrare tutta la passione e la dedizione nella ricerca di soluzioni sempre all’avanguardia. “Oltre il 40% degli investimenti in ambito tecnologico a livello mondiale si sta concentrando sull’IoT”. Ed Enel con i suoi 32 milioni di contatori, solo in Italia, fa la parte del leone nella sensoristica avanzata dentro le abitazioni. Ma anche fuori dalle abitazioni. L’evento di Bucarest è stato infatti un’occasione per toccare con mano le potenzialità offerte dai visori per la realtà virtuale e anche delle applicazioni di realtà aumentata, ad esempio per attività di sostituzione e manutenzione dei cavi elettrici, ispezione dei contatori. Realtà aumentata e virtuale sono ampiamente utilizzate dall’azienda anche per la formazione del personale, attraverso vere e proprie “sessioni” sul campo con tanto di obiettivi e “missioni” da completare.

E-home, ma anche e-mobility, e-industries e e-city: questi i quattro pilastri portanti di EnelX, la “newco” dedicata alle tecnologie innovative. E il futuro parla anche il linguaggio del 5G e della banda ultralarga, quella che peraltro sta posando Open Fiber, la società che fa capo per il 50% a Enel e per il restante 50% a Cdp. La fibra e le reti mobili di quinta generazione saranno fondamentali per estendere la portata e il peso dell’IoT in termini di funzioni e di business.

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