Le azioni di Microsoft stanno mostrando una resistenza maggiore alle fluttuazioni di Borsa rispetto ai big del digitale raggruppati nella sigla Faang (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google), tanto da spingere qualche analista a Wall Street a scommettere che possa essere il “vecchio” colosso del software a mettersi in viaggio verso la meta-record del trilione di dollari di capitalizzazione di mercato finora raggiunta solo da Apple ad agosto. Il titolo della Mela ha tuttavia bruciato quasi 200 miliardi di dollari da allora (dal primo ottobre ha lasciato sul tappeto il 22,8%); Microsoft ha perso solo il 6,3% dal primo ottobre alla chiusura di ieri a Wall Street.
Proprio ieri Microsoft ha temporaneamente superato Apple per capitalizzazione di mercato, chiudendo poi la giornata a 822,4 miliardi di dollari, poco sotto la Mela (826,8 miliardi di dollari). Amazon insegue a 773,2 miliardi. La meta del trilione di dollari di capitalizzazione appare lontana per tutti i titoli tecnologici in questa fase di debolezza, ma Microsoft potrebbe stabilmente assestarsi su valori superiori a quelli delle aziende del quintetto Faang, secondo gli analisti.
La ripresa di Microsoft è stata lenta ma continua, osservano a Wall Street. Il gruppo di Redmond è stato numero uno delle aziende con più alta capitalizzazione di mercato negli anni 1998, 1999 e 2002; nel 1999 valeva 604 miliardi di dollari, mentre Apple era ferma a 16,5 miliardi (dati degli indici S&P Dow Jones). Dieci anni dopo i ruoli si sono rovesciati: dal 2012 è Apple stabilmente al primo posto e nello scorso agosto è diventata la prima trillion-dollar company sui listini. Negli ultimi quattro anni, però, Microsoft ha continuato a crescere – merito delle strategie del Ceo Satya Nadella, affermano gli analisti, che ha reinventato il colosso del software e creato nuovi canali di business monetizzabile.
“Microsoft sta resistendo meglio a questa fase di perdite per i titoli tecnologici”, sottolinea Paul Hickey, co-founder of Bespoke, intervistato da Cnbc.com; non ha vissuto le fasi precedenti di rialzi entusiaastici, ma ora offre maggiori certezze agli investitori, secondo Hickey. “Anche Apple è un’azienda che ha saputo reinventarsi, ma 15 anni fa”, continua l’esperto. “Apple e Microsoft sono sempre state grandi rivali e si sono a turno rubate lo scettro l’un l’altra”.
Il titolo Apple è oggi scambiato molto al di sotto delle attese di Wall Street (174 dollari circa contro il target di 232 dollari), mentre Microsoft, a circa 107 dollari, è solo 20 dollari sotto le attese. Questo non significa che Apple abbia perso il carisma del leader: “Microsoft non suscita grandi passioni nei suoi clienti, è solo un prodotto utile, mentre Apple è un brand capace di trascinare, in modo quasi impressionante”, osserva Jack Ablin, Cio di Cresset Wealth Advisors. Sull’azienda degli iPhone pesano tuttavia le incertezze della trade war Usa-Cina e, aggiunge Ablin, di una strategia che la espone a pressioni sui margini perché “Apple, per quanto sia grande, deriva la maggior parte del fatturato da vendite one-time“. I clienti continuano sicuramente ad amarla, ma per gli investitori il modello di business di Cupertino potrebbe non entusiasmare più.