Dopo il caso Twitter, un altro allarme “censura” si leva dal web e stavolta riguarda Google. Blogger, la piattaforma di pubblicazione di BigG, ha introdotto modifiche per bloccare i contenuti nei Paesi le cui autorità ne facciano richiesta. Più precisamente chi visiterà un sito ospitato da Blogspot (il servizio di hosting del blog Google) sarà reindirizzato verso una pagina diversa secondo il Paese di provenienza: se un blog pubblica un contenuto considerato illecito dalla magistratura Usa ad esempio, la pagina non sarà raggiungibile dagli Stati Uniti ma resto del mondo sì. Il primo ad accorgersi della novità è stato il sito Techdow.com.
Per Mountain View è una modifica che mira ad evitare le richieste di oscuramento della piattaforma Blogger; il motore di ricerca precisa, inoltre, che la funzione geolocalizzata può essere disattivata dall’utente, aggiungendo all’indirizzo la stringa "/ncr" ( "no country redirect"). Come già avvenuto per Twitter, in Rete si è accesso il dibattito. C’è chi legge la decisione di Google come un’implicita sottomissione ad eventuali richieste provenienti da paesi illiberali che vogliamo mettere fuori gioco le opposizioni in interne.
Per ora la modifica riguarda solo Australia e India, ma nelle prossime settimane dovrebbero essere estesa a tutto il mondo.