L’inchiesta Eolo si è chiusa a fine 2021 con l’archiviazione di tutte le accuse a carico di Luca Spada. A settembre 2019 la pm Francesca Parola ha ottenuto l’archiviazione per l’accusa di turbata libertà dell’industria e del commercio. A dicembre 2021 il gip Piera Bossi nell’accogliere la richiesta del pm Ciro Caramone, ha fatto cadere anche gli ultimi due capi di imputazione (furto e truffa) contestati all’imprenditore.
Luca Spada guarda avanti e rilancia sulla mission “sociale” di Eolo ovvero portare connettività ultraveloce nelle aree afflitte da speed e digital divide. Le vicende giudiziarie che lo vedono protagonista – il manager è accusato di presunti illeciti commessi dalla società nell’aver utilizzato oltre due anni fa frequenze non ancora assegnate – non hanno modificato per nulla le mosse chiave previste per il 2019 dall’operatore fixed-wireless.
Spada delinea a CorCom la strategia per l’anno che verrà, ribadendo al contempo la sua fiducia nella magistratura. “Le accuse che mi sono state mosse sono prive di fondamento – spiega – Le onde radio non si possono ‘rubare’, lo spettro non può essere deteriorato da trasmissioni radio e non c’è stato alcun danno per lo Stato. Confido comunque nel lavoro della Giustizia: voglio interpretare la revoca ai domiciliari come un segnale nella giusta direzione”.
Eolo va avanti dunque. Quali saranno le prossime azioni strategiche?
Continueremo a lavorare sull’implementazione della nostra rete a 100 mega fixed-wireless – EoloWaveG – sfruttando le frequenze a 28 Ghz che sono quelle più vicine al 5G e dunque in grado di portare connettività ultraveloce nei cluster C e D ovvero nelle aree bianche, in stretta collaborazione con Open Fiber che sta costruendo la “rete pubblica”.
Una mission “sociale” quella di Eolo…
La nostra mission è fortemente legata al piano nazionale per lo sviluppo della banda ultralarga che prevede di collegare il 20% delle unità immobiliari con la tecnologia fixed wireless nelle zone remote. Motivo per cui ci sentiamo investiti di una responsabilità importante strettamente legata allo sviluppo economico del Paese e dell’inclusione dei cittadini. In Italia rimane infatti troppo ampio il gap tra chi ha effettivamente accesso a una buona banda larga aziendale e chi invece ha una connessione lenta, poco funzionale o addirittura non ha accesso alla rete. In particolare solo il 2% dei numeri civici nei distretti industriali è raggiunto da fibra ottica, appena il 26,3% può avere la banda ultralarga e addirittura il 7,7% non è coperto neppure da Adsl. È chiaro che in questo scenario serve un forte intervento del pubblico.
Ovvero?
Eolo ha messo sul piatto 300 milioni di euro per il roll out della rete a 100 mega e collega in fibra le torri dove può ma nelle zone remote dove tali rilegamenti non sono disponibili, è necessario un intervento del pubblico. Di qui la nostra collaborazione con Open Fiber che opera principalmente nei cluster C e D e che ci mette a disposizione la fibra.
Eolo non è ancora un operatore “nazionale”: è attivo al Centro Nord ma al Sud non è presente. C’è l’intenzione di muoversi verso il Mezzogiorno?
E’ una priorità del 2019. L’obiettivo è di estendere la rete nelle sei regioni del Sud già dal prossimo anno attraverso l’installazione di 600 nuovi siti. Ad oggi la rete di Eolo copre 5.900 comuni in 14 regioni e circa 10.000 km di fibra ottica attivi. Il nostro progetto per il Sud contribuirà ad espandere una rete che è in grado di portare valore non solo agli utenti consumer ma anche alle imprese – in particolare alle Pmi – abilitandole ad operare nel territorio in cui risiedono con performance adeguate e con attenzione alla continuità di esercizio.
Sono previste assunzioni?
Attualmente lavorano in Eolo 400 persone e abbiamo in cantiere l’assunzione di 70 persone anche per governare l’espansione a Sud.
Quali sono le stime sui conti?
Nei prossimi tre anni puntiamo a raddoppiare i ricavi totali, passando dai 100 milioni attuali a 200 milioni mentre per fine anno ci aspettiamo una crescita del 30% a fronte di un +28% registrato nel primo semestre.