“Se in Italia vogliamo sviluppare al meglio i servizi 5G dovremmo adeguare i limiti delle emissioni a quelli europei che sono più elevati”: Benoit Hanssen, Chief Technology Officer di Wind Tre – l’azienda guidata da Jeffrey Hedberg – in audizione alla commissione Trasporti della Camera, ha acceso i riflettori sulle priorità necessarie a rilanciare il settore delle Tlc in Italia, fortemente provato dalla competizione agguerrita sul fronte delle tariffe all’utente finale e anche dagli esborsi sostenuti dalle telco per partecipare alla gara 5G.
La questione elettrosmog rischia ora di rappresentare un ostacolo reale per il roll out delle reti e di compromettere la roadmap italiana attualmente fra le più avanzate in Europa grazie alle sperimentazioni del Mise che hanno coinvolto cinque città (Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera) e a quelle portate avanti a Roma, Genova e Torino con il sostegno degli operatori e delle amministrazioni comunali. “Con i limiti odierni – ha evidenziato Hanssen – dovremmo aumentare in modo significativo le antenne e questo avrebbe un impatto sulle comunità”.
Da parte sua Massimo Angelini, direttore Pr Internal & External dell’azienda, ha auspicato che “una quota parte dei proventi importanti ricavati dall’asta 5G asta possa avere una importante serie di finalità a sostegno degli investimenti ma anche per la sostenibilità dei processi di riqualificazione professionale e per l’ingresso dei giovani”. “Il lavoro – ha continuato Angelini – è una risorsa che andrà trattata con grande cura e attenzione. Tutte le istituzioni, le imprese e i sindacati dovranno fare la loro parte per soluzioni in grado di rispondere a due fondamentali esigenze: la formazione digitale e il ricambio generazionale”.
L’esigenza di un equilibrio fra telco e Ott il tema toccato da Enrico Barsotti, ceo office director di Wind Tre: “Dobbiamo riuscire a fare nuove regole che aiutino il settore, gli investimenti e l’economia del nostro Paese”.