“Facebook, Twitter e Google sono del tutto sbilanciati a favore dei democratici! E’ ridicolo!”. E’ questo l’ultimo attacco del presidente Usa Donald Trump alle web company, anche alla luce del rapporto sulle interferenze dei russi nei social media.
In particolare Trump attacca Twitter accusandolo di manomettere i contenuti della piattaforma: “Ha reso molto più difficile per la gente unirsi a @realDonaldTrump. Hanno rimosso molti nomi e rallentato di molto il livello e la velocità dell’aumento dei follower”. Non è la prima volta che Trump mette nel mirino il sito social. A fine ottobre aveva detto che Twitter aveva “rimosso molte persone dal mio account” e reso più difficile seguirlo.
Twitter replica che un eventuale calo dei follower di Trump potrebbe essere attribuito all’”operazione pulizia” eseguita per eliminare account sospetti che diffondono disinformazione. “Sono molti gli account di spicco hanno visto diminuire il conteggio dei propri follower, ma il risultato è una maggiore affidabilità”, ha detto un portavoce della piattaforma a Reuters.
Trump ha ripetutamente “richiamato all’ordine” Facebook, Google e Twitter accusandoli di voler favorire i democratici, senza tuttavia fornire prove a sostegno delle proprie affermazioni. Secondo Ari Ezra Waldman, direttore dell’Innovation Center for Law and Technology della New York Law School, ha dichiarato che non c’è nessuna prova a sostegno della teoria secondo cui Google sta correggendo i risultati della ricerca contro i repubblicani. “Quello che risulta dai risultati di ricerca su Google è il prodotto dell’algoritmo proprietario altamente complesso di Google, sensibile a ciò che gli altri utenti cliccano, condividono e così via”, ha affermato Waldman. “Quindi, se gli articoli critici su Donald Trump compaiono per primi, significa solo che gli articoli critici su Donald Trump vengono condivisi di più, cliccati di più e cercati di più”.