Aziende e pubblica amministrazione ancora più vicine. Quindi più
strette in un rapporto collaborativo, veloce, efficiente. Immagina
un nuovo scenario la Commissione Permanente per l’Innovazione
tecnologica nelle Regioni e negli Enti Locali che riapre i battenti
dopo più di un anno di inattività. E lo fa introducendo alcune
novità.
Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni lo schema di
gioco sarà il seguente: da un lato i “tavoli di visione”
(coordinati dal Cnipa), dall’altra i tavoli di concertazione
(Cpit). La partita da vincere è quella dell’innovazione,
attraverso il raggiungimento degli obiettivi del piano E-Gov
2012.
Con lo scopo di mettere a sistema la voce delle imprese con quella
dei decisori della governance, il nuovo modello di Cpit vedrà
dunque un’interazione più stretta con il Cnipa che si farà
ambasciatore di progetti e scenari (anche europei) del mondo
business e li riporterà ai tavoli di concertazione. Non è escluso
che sia lo stesso Cnipa a curare la segreteria tecnica della Cpit.
Per quanto riguarda l’agenda dei lavori sarà per tutti
rappresentata dagli obiettivi del piano E-Gov 2012.
Tra i compiti della Cpit ci sarà anche quello di fare il punto
sulle risorse finanziarie disponibili e non è escluso che già
nella prima seduta, prevista per giugno, venga fatta una
rimodulazione delle risorse finanziarie previste nel piano.
Nata nel settembre 2006 con lo scopo di concertare assieme alle
Regioni e agli enti locali le priorità e gli indirizzi del
processo di innovazione tecnologica, la Cpit era presieduta
dall’allora ministro per gli Affari regionali, Linda
Lanzillotta.
A presiedere ora la nuova Cpit sarà invece il ministro per la PA e
l’Innovazione, Renato Brunetta.
Come obiettivo dei tavoli ci sarà sempre la concertazione tra
Governo e Territori; con, probabilmente, un nuovo e rinnovato
slancio verso le visioni del mondo business.
Un ambiente dunque in linea con la filosofia adottata dal ministro
Brunetta improntata all’apertura da parte del governo verso gli
imprenditori e verso realtà che abbiano l’innovazione nel
proprio Dna: in grado di riportare le esperienze nei mercati
europei ed internazionali a servizio delle politiche di innovazione
del nostro Paese.
Si prefigura in questo modo un altro passo di quella “Rivoluzione
in corso” – come recita il titolo del nuovo saggio scritto dal
ministro (vedi box in alto nella pagina) – che punta a una nuova
Pubblica amministrazione improntata a politiche di trasparenza,
apertura, efficiienza e che individua fra le leve di attivazione
del processo quegli strumenti – fra gli altri la meritocrazia –
mutuabili dal mondo del settore privato.